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Se il vino diventa meno alcolico: se ne parla a Vinitaly

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Se il vino diventa meno alcolico
Nel giorno dell'inaugurazione del Vinitaly gli esperti si confrontano
CARLO BRIDI
TRENTO. Abbiamo impiegato decenni per riuscire ad aumentare la gradazione alcolica dei vini, particolarmente in Trentino Alto

Adige, in quanto questa è sempre stata considerata come una delle caratteristiche di un buon vino, ma non solo, fino agli

anni Ottanta il prezzo del vino si faceva sulla base del grado alcolico. Ebbene, complice una legislazione molto rigida che

porta i consumatori al terrore del palloncino, ma non solo, si sta affrontando seriamente a livello sperimentale il problema

di produrre vini con un minor grado alcolico, visto l'aumento della domanda di questo tipo di vini.
In questi giorni se ne parla da più parti. Il Centro sperimentale di Laimburg ha organizzato una interessante tavola rotonda

sull'argomento chiamando a confrontarsi esperti dei vari settori, ma il tema terrà banco anche al Vinitaly che si apre oggi a

Verona, con un convegno che si terrà oggi pomeriggio alla sala Rossini del Centro Servizi Arena.
A Laimburg, il professor Roberto Ferrarini dell'università di Verona, ha fra l'altro affermato, come anche alla luce dell'

attuale congiuntura dei consumi e delle esigenze sociali in merito all'assunzione di alcool la de alcolizzazione del vino è

più una necessità che una possibilità. Esistono oggi, diverse possibilità di ridurre la gradazione alcolica dei vini,

tuttavia ciascuna delle diverse tecniche utilizzate, ha proseguito il professore, presentano qualche criticità di tipo

economico, qualitativo e gestionale. Altro elemento emerso è quello che si può arrivare al massimo ad una riduzione di 1,5

gradi, andare oltre porterebbe ad una notevole modifica della percezione sensoriale. Andando oltre, ed è possibile, si

ottiene un prodotto completamente diverso da quello di partenza. La sperimentazione ha già fornito diversi dati utili per l'

utilizzo di alcune tecniche,i risultati più interessanti si hanno operando con il mosto in fase di fermentazione, altro dato

emerso è quello che è meglio operare su un vino giovane, ed è meglio dealcolizzare fortemente una porzione da tagliare, con

un prodotto non trattato ha concluso il professore.
Molte perplessità sulla possibilità di ridurre la gradazione alcolica sono state espresse dal direttore della Cantina di San

Michele Appiano, Hans Terzer secondo il quale la de alcolizzazione porta alla perdita di qualità ed anche il vendemmiare le

uve con un grado alcolico di maturazione minore porterebbe a ridurre un costituente qualitativo del vino ottenuto con la

maturazione ottimale delle uve. Intanto il consumo medio di vino in Italia è sceso sotto i 40 litri pro capite e si profilano

nuovi stili di consumo fortemente segnati dalla necessità di "bere consapevolmente" anche non solo in relazione al pericolo

palloncino.