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Fermati in stato d'ebbrezza tentano di corrompere i carabinieri Tirano fuori le banconote: «Lasciateci andare, la patente ci serve per lavoro» Due uomini arrestati seduta stante
MONTEMERANO. Aveva tirato fuori il portafoglio per prendere delle banconote: «Maresciallo, fammi del bene: prendi questi soldi e ridammi la macchina e la patente, mi servono per lavorare». Un invito esplicito, un tentativo di corruzione in piena regola, accompagnato in precedenza dalla minaccia con una bottiglia. E così è scattato l'arresto per due cittadini di nazionalità marocchina da qualche tempo residenti in Maremma. Ieri mattina il giudice Michele Addimandi ha convalidato il provvedimento chiesto dal pm Massimiliano Rossi e ha disposto l'obbligo di firma per Jalal El Imamy, 25 anni, e Fekkak Samhi, 26 anni. Erano finiti in cella per quanto avvenuto nella notte tra domenica e lunedì lungo la strada provinciale 10 di Montemerano. Qui, intorno alle 23,30, un carabiniere che stava andando a prendere servizio a Saturnia ha notato una Ford Escort fuori strada. C'erano due uomini. Poiché erano entrambi in stato di alterazione, il militare ha richiesto l'intervento del maresciallo che era in caserma e della pattuglia del radiomobile della Compagnia di Pitigliano per l'esame dell'etilometro: il conducente, El Imamy è risultato positivo. E a quel punto i militari hanno contestato la guida in stato di ebbrezza, ritirando la patente e sequestrando il veicolo. Se i due erano già in stato di alterazione, al momento della contestazione hanno dato in vere e proprie escandescenze: «Carabinieri pezzi di m...» e altre frasi in lingua araba, verosimilmente dello stesso tenore. Samhi poi avrebbe tirato fuori dalla Escort una bottiglia e con questa avrebbe cercato di avventarsi contro i militari, venendo però "disarmato". Ritornata la calma, El Imamy - sempre secondo il resoconto dei carabinieri - avrebbe avvicinato il maresciallo e dalla tasca dei pantaloni aveva tirato fuori il portafogli e alcune banconote da 20 e 50 euro. Un invito a chiudere un occhio, anzi tutti e due. Il maresciallo aveva richiamato l'attenzione dei colleghi ma El Imamy avrebbe ripetuto l'invito anche a loro: «Ditemi quanti siete, domani porto i soldi anche per gli altri». E a quel punto sarebbe intervenuto anche il connazionale: «Dai, prendete questi soldi e fateci il favore».
Avvertito il magistrato di turno, è scattato l'arresto e i due sono stati portati nel carcere di Civitavecchia fino alla convalida di ieri mattina. Il processo è stato aggiornato a domani.