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Sedentarietà, fumo, alcol, cattiva alimentazione: i principali nemici della salute

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Sedentarietà, fumo ed alcol: i vizi che accorciano la vita delle donne
Sedentarietà, abuso di alcool, fumo di sigaretta, ma anche l'alimentazione scorretta sono i "vizi" che nell'ultimo

quinquennio hanno caratterizzato la vita delle donne italiane. E non si tratta di belle cose. Noi gentili signore, invece di

dare il buon esempio, abbiamo assunto le peggiori abitudini degli uomini, col risultato di bloccare le nostre aspettative di

vita. La notizia (che non dovrebbe affatto meravigliarci) ci arriva dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio Nazionale sulla

Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma, presentato ieri.
Ma vediamo nel dettaglio. Nel 2006 le italiane vivevano in media 84 anni, 84,1 nel 2009 ed 84,3 mesi nel 2010. Gli uomini di

contro, nello stesso arco di tempo sono passati da una media di 78,4 a 79,1% di anni di vita in media. Una bella differenza

se si considerano i cambiamenti degli stili di vita. Tutti negativi quelli al femminile:fumano di più, sono diventate pigre,

mangiano più spesso il cosiddetto cibo spazzatura, ecc. Un dato su tutti è quello che riguarda il consumo di alcool: sono

aumentate le donne adulte (19-64 anni) che eccedono nell'assunzione quotidiana di sostanze alcoliche (più di 20 grammi al

giorno). In particolare la rappresentanza delle signore in questione è passata dall'1,6 al 4,9% nel 2008.
Non possiamo che ricordare purtroppo come questi siano tutti fattori di rischio per quelle che l'OMS (Organizzazione Mondiale

della Sanità) definisce malattie non trasmissibili, ma comunque seriamente pericolose per la sopravvivenza. L'alcool aumenta

il rischio del tumore al seno, la sedentarietà è causa di malattie cardiovascolari e non solo, senza parlare dei danni del

fumo di sigaretta. Ma quali sono gli altri dati che emergono dall'Osservasalute 2010? In generale, noi italiani ce la caviamo

bene, anche se purtroppo, oltre alle donne, pure le nuove generazioni peccano in stili di vita errati. Ma altri problemi di

salute nascono dall'incapacità di tutte le regioni di attuarsi in seri percorsi dedicati alla prevenzione. Ha spiegato Walter

Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma:

"Soprattutto al Sud mancano seri investimenti in questo senso. A ciò si aggiunge il problema della chiusura di ospedali ed

altre strutture sanitarie che, sebbene fondamentale per razionalizzare il Servizio Sanitario, sta determinando la riduzione

di posti letto e la capacità di gestire le emergenze. In dieci anni di federalismo sanitario, con la sanità trasferita

totalmente alle regioni, si è creato un pericoloso divario".
Allora che fare? Cominciare a pensare a noi stessi con un pochino in più di attenzione, dando la priorità ad un'alimentazione

sana, prediligendo la dieta mediterranea, oppure iniziando a pensare all'attività sportiva da intraprendere con regolarità. A

breve la Settimana Internazionale del Fitness per provare gratuitamente numerose discipline. Occorre approfittarne.