Sedico (BL): incontro dell'Acat
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Poche persone giovedì alla serata organizzata dall'Associazione club alcolisti in trattamento (Acat) in collaborazione con l'assessorato alle politiche sociali. «La cosa non mi stupisce e ci sono abituato - commenta Serse Polli (Sert Ulss 2) - nella nostra realtà provinciale si tende a sottovalutare e, cosa ancora più pericolosa, a negare il problema dell'alcol, ovvero a pensare che riguardi gli altri e mai noi. Ci si indigna quando si legge la notizia di adolescenti in coma etilico, si predispongono divieti e provvedimenti d'urgenza ma senza mai fare una riflessione seria che deve partire da ciascuno».
A Belluno tra quarti dei 214 mila abitanti beve alcoolici e di questa grossa fetta il 3-4% ha problemi di alcolismo. «Bisogna prendere atto che c'è una cultura e uno stile di vita diffuso che porta al consumo di alcol. Questo consumo nella maggior parte dei casi non produce problematiche, ma può portare a alcol-dipendenza e a malattie anche gravi. L'alcol in sé non è un demone, non fa danni, dipende da come lo si usa. È un po' come un coltello: lo si può utilizzare per tagliare un salame, ma anche per ammazzare qualcuno. Ecco perché è importante riflettere sul rapporto che c'è tra noi e questa sostanza».
Certo non è facile fare prevenzione in una realtà dove il divertimento e lo svago sono incentrati sulla vendita dell'alcol e dove "farse ‘na ciòca" è visto a volte come motivo di vanto