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Selincro: al via le sperimentazioni

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La pillola che fa bere meno: svolta nella lotta all'alcol

Una nuova prospettiva; rivoluzionaria: affrontare la dipendenza da alcol per gradi. Non più un'interruzione netta, che in molti casi provoca ansie e frustazioni, ma una guarigione graduale.
La Commissione europea (dopo il visto dell'Agenzia Europea del Farmaco) ha dato il via libera alla vendita della molecola Nalmefeno, (Selincro il nome commerciale) un farmaco che aiuterà a ridurre gradualmente i sintomi da astinenza alcolica. Una novità assoluta rispetto ai farmaci tradizionali in commercio che hanno come obiettivo l'astinenza totale del paziente alcolizzato: spesso, l'idea di smettere completamente risulta troppo ambiziosa e dissuade anche i più convinti dall'intraprendere la terapia.

Testato su duemila pazienti, si è osservata una riduzione del consumo dell'alcol del 60 per cento in sei mesi, e del 40 per cento alla fine del primo mese. Ma come funziona? Il Nalmefeno è una molecola sintetizzata negli anni 70 che blocca i recettori cerebrali dell'oppio. Concepita per il trattamento dell'abuso di altre sostanze, tra i suoi effetti è stata riscontrata anche una sostanziale inibizione del desiderio di alcol, implicato nei meccanismi di ricompensa cerebrale. La soddisfazione che il paziente trattato con il farmaco ottiene bevendo, è minore e maggiore dunque la capacità di controllarne il consumo, sempre che ci sia la volontà consapevole di controllarlo, fanno notare dal laboratorio.

Ogni anno in Italia circa 20 mila persone muoiono a causa dell'alcol e spesso la bottiglia uccide più uomini, in tutto sono 13 mila uomini, mentre le donne sono 7 mila, e oltre 2 milioni e mezzo in tutto il mondo. Insomma, una vera e propria piaga.
Nei Paesi più sviluppati il consumo è in costante crescita soprattutto tra giovani e giovanissimi. Colpite dalla dipendenza 1,5 milioni di persone. L'alcolismo è una malattia cronica recidivante che in Italia riguarda moltissime persone. Fra queste appena 100mila sono in trattamento terapeutico, e tra gli alcolisti solo 23mila assumono un farmaco. Ma sempre più, in Italia, tra i giovani aumentano le patologie correlate con l'alcol. Ma non è solo questione di farmaci, ma anche di volontà. La somministrazione deve essere sempre associata ad un supporto di uno psichiatra.

Il consumo in eccesso di alcol - che dal punto di vista farmacologico è una sostanza tossica - non solo produce danni al bevitore stesso, ma anche alla famiglia e al contesto sociale in cui vive l'alcolista. Secondo quanto reso noto dall'Istituto Superiore di Sanità, attualmente in Europa tra 5 e 9 milioni di bambini vivono in famiglie con problemi di questo tipo. L'alcol può indurre comportamenti violenti - 1 omicidio su 4 e 1 suicidio su 6 ha a che fare con l'alcol - abusi, abbandoni, perdite di opportunità sociali, incapacità di costruire legami affettivi e relazioni stabili, invalidità, incidenti sul lavoro e sulla strada.
È impressionante il risultato di una delle ultimi studi condotti da Amphora, un gruppo di lavoro di scala europea che riunisce 71 scienziati e medici di quattordici paesi diversi e che ha come obbiettivo lo studio degli effetti dell'alcol. Ebbene, secondo una loro analisi, gli eccessi del bere sono responsabili di 120mila morti premature tra le persone che hanno tra i 15 e i 64 anni nell'Unione europea.
Fino ad ora ci sono state pillole che aiutavano a prevenire una ricaduta nel consumo di alcol, ma i tassi di recidiva sono sempre altissimi. Con questo farmaco invece ci sarebbe un'arma in più.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)