Ser.T e Società: considerazioni
Ser.T e SOcietà: considerazioni
I servizi alla persona sono la base del sistema di assistenza sociale. Ma i fondi regionali scarseggiano. E gli utenti sono
sempre di più.
I Ser.T, Servizi per le Tossicodipendenze, sono i servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale dedicati alla cura della
persona, istituiti con un Decreto del 1990. Svolgono attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dalle
dipendenze patologiche, concentrandosi sull'uso, abuso e dipendenza da sostanze illegali, eroina, cocaina, cannabinoidi, e
legali come alcol, farmaci, e su comportamenti assimilabili all'uso di sostanze come il gioco d'azzardo o la dipendenza da
tecnologie. Il SerT offre consulenza alle famiglie, alle scuole, agli Enti e alle Istituzioni che si occupano, a vario
titolo, di contrasto del fenomeno, realizzando il monitoraggio e l'analisi socioepidemiologica del fenomeno "dipendenze"
nell'ambito del territorio di competenza. Ogni SerT dispone di una propria pianta organica che viene definita periodicamente
dalla Regione operando in modo pluridisciplinare attraverso un'equipe composta da medici, infermieri professionali, educatori
professionali, assistenti sanitari, assistenti sociali e psicologi.
I servizi offerti, ovvero la cura farmacologica e l'assistenza psicologica, sono gratuiti. L'utente è obbligato a fornire i
propri dati anagrafici, ma gode del diritto all'anonimato usando un codice identificativo. I SerT attuano interventi di primo
sostegno e orientamento per i tossicodipendenti e le loro famiglie. Oltre alla somministrazione eventuale di farmaci
sostitutivi, vengono definiti programmi individuali di terapia, che vengono portati avanti in collaborazione con strutture di
recupero sociale. Infatti i finanziamenti che vengono stanziati per i servizi alla persona, vengono divisi tra Ser.T, e
comunità terapeutiche private.
Nel 2009 la Giunta Regionale ha stanziato 9 milioni di euro per interventi destinati a servizi sociali per la lotta alle
tossicodipendenze con l'obiettivo di assicurare la continuità, la qualità e la quantità dei livelli assistenziali sul
territorio regionale. Una quota parte dei finanziamenti viene destinata secondo indicatori e criteri di riparto che prevedono
un 70% assegnato sulla base della popolazione a rischio nel territorio (fascia d'età 15-44 anni) e un 30% sulla base del
numero dei Servizi per le tossicodipendenze presenti nel territorio dei Distretti sociosanitari.
Ma i Ser.T sono strutture spesso poco conosciute dai cittadini, e poco enfatizzate dalle istituzioni. Il distretto sanitario
Roma D utilizza due Ser.T uniti tra loro, quello di Ostia in via Tagaste, e quello del Municipio XVI, in via Folchi, che
copre i Municipi XV (153 mila abitanti) e XVI (140.460 abitanti). Negli anni passati il Municipio XV faceva riferimento ad
un altro Ser.T nella zona di Magliana, che è stato trasferito per problemi logistici in via Folchi, presso il Forlanini. Sul
territorio corrispondente al distretto sanitario di Roma D, la cui Asl è uno dei soggetti attuatori del nuovo sistema di
welfare comunale, dovrebbero esistere almeno quattro Ser.T, e ce ne sono solo due, con un bacino di utenza molto ampio.
Questo fa sì che le risposte che possono essere date ai pazienti siano limitate soprattutto da un punto di vista
psicosociale, ci racconta Pino Anastasi, psicologo del SerT di Ostia. Le risposte farmacologiche sono garantite, mentre
l'imprescindibile assistenza psicologica che accompagna il percorso di cura della persona è un servizio molto più difficile
da garantire.
E' la scarsa attenzione della politica a queste tematiche a provocare scarse sovvenzioni economiche con conseguenti problemi
di disagio. La carenza di risorse umane ed economiche ha reso necessari i rapporti con le cooperative e con il privato
sociale in generale, attraverso cui il discorso di presa in cura del soggetto può essere portato avanti garantendo un buon
livello di assistenza, di terapia, di ascolto. "E' proprio attraverso la creazione di una rete tra le attività di competenza
del Municipio e i servizi sociali pubblici che si cerca di operare offrendo opportunità reali di lavoro -ci ha spiegato Fabio
Bellini, Presidente del Municipio XVI- E' necessario cioè costruire dei percorsi volti al reinserimento sociale e quindi
lavorativo. Un esempio concreto ne sono le borse per il lavoro che vengono messe a disposizione dal Municipio per i soggetti
più in difficoltà, persone che sono state espulse dal lavoro, o che hanno avuto percorsi di vita complessi e necessitano di
una collocazione lavorativa riabilitativa. I progetti delle diverse organizzazioni presenti sul territorio devono fungere da
cordone ombelicale tra le attività di competenza strettamente sanitaria come i SerT, e quelle volte al recupero del
soggetto, offrendo alle fasce sociali più deboli un'offerta formativa, e un'occupazione".