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Shabu e Ice: il problema delle metanfetamine

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Chiedi alla polvere. Storie di droga e narcotraffico

Le autorità australiane il 31 luglio hanno sequestrato 558 chili di sostanze stupefacenti, tra metanfetamine ed eroina. Un record per un Paese che spesso nemmeno compare tra le mete finali delle rotte della droga disegnate ogni anno dalle Nazioni Unite. Secondo la polizia di Sydney, la droga ha un valore commerciale di 426 milioni di euro, mezzo miliardo di dollari australiani. Solo con i 306 chili di metanfetamina, potrebbero essere vendute per le strade di Sydney oltre tre milioni di dosi. Quattro uomini di Hong Kong sono finiti in manette insieme ad altri tre australiani di Sydney, incaricati della vendita al dettaglio. Costituivano un’organizzazione criminale nel mirino delle autorità internazionali fin dal luglio di due anni fa. Uno degli australiani della banda è stato arrestato con sei chili di metanfetamine in casa.

La sostanza sequestrata ha un nome tra i consumatori. Si chiama “Ice”, oppure “Shabu” nelle Filippine, uno dei Paesi dove se ne abusa con maggiore frequenza. È una sostanza psicostimolante che presa in dosi massicce ha effetti ancora più devastanti e duraturi della cocaina. E crea quasi immediatamente una dipendenza: quando non c’è l’ipereccitazione, si fanno spazio depressione e senso d’impotenza. Eppure, il principio attivo dell’”ice” è contenuto in diversi medicinali, venduti legalmente nelle farmacie di tutto il mondo, per esempio il Ritalin o il Concerta. Il problema sta solamente nell’uso, che trasforma il medicinale in una sostanza stupefacente. È questa la tendenza di questi ultimi anni: passare dalle droghe naturali a quelle sintetiche, dalle droghe “illegali” a quelle “legali”. Già negli anni ’80 la metanfetamina ha fatto capolino nel mercato. All’inizio era venduta in una variante nota come “speed” in Europa, mentre negli States la chiamavano Meth. Era prodotta con sostanze facili da reperire e costava poco. Ma non era ancora arrivato il suo momento. Forse non ha sfondato solo a causa dello yuppismo, gli anni rampati della cocaina. Ora che quel mercato è in crisi, la metanfetamina sta tornando alla ribalta. A Sydney è già un allarme sociale e non è un caso se il maggior sequestro di droghe nel Paese sia stato proprio di Ice.
“Quest’evoluzione crea un problema alle organizzazioni criminali – spiega Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento tossicodipendenze dell’Asl di Milano-: è aumentata la concorrenza nel mercato delle droghe, perché la produzione chimica non è monopolista”. Mentre cocaina, cannabis ed eroina vengono prodotte in un numero limitato di Paesi, la produzione chimica non ha confini. Ma ha l’enorme vantaggio di aprire il mercato della droga a nuovi consumatori e soprattutto a nuovi insospettabili produttori.


Lo conferma anche una notizia che viene dal confine tra Stati Uniti e Messico, in Arizona. Due settimane prima del sequestro record a Sydney, la Dea ha scoperto un tunnel usato per il trasporto di “Ice”. Lungo 73 metri e profondo 16, il tunnel era ben illuminato e secondo il rapporto diffuso dalla Dea, l’agenzia antidroga statunitense, era molto frequentato. Negli ultimi dieci anni, tra California ed Arizona sono stati scoperti 89 tunnel ma nessuno sofisticato come quello di San Luis Arizona. Sulla sponda messicana, per imboccarlo si entrava in un edificio famoso come “la fabbrica di Ice”. Segno che anche ai cartelli messicani interessano le droghe sintetiche.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)