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Shopping e gioco d'azzardo: le nuove dipendenze degli adolescenti

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Shopping e gioco d’azzardo: le nuove dipendenze degli adolescenti

Sempre più adolescenti cadono nella rete delle dipendenze. Se i consumi di droga sono in leggero calo, aumenta il ricorso ai videopoker e allo shopping compulsivo

Cala il consumo di droghe, ma aumentano shopping compulsivo e gioco d’azzardo
I rapporti del Dipartimento delle politiche antidroga degli ultimi due anni descrivono un calo tra i più giovani (fra i 15 e i 19 anni) dei consumi di droga pari a un quarto. Se dunque diminuisce l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi, sono invece in netto aumento le cosiddette “nuove dipendenze”. Al primo posto lo shopping compulsivo seguito dal gioco d’azzardo - in particolare le slot-machine - che rende dipendenti il 7 per cento degli adolescenti.

Una risposta illusoria a un vuoto interiore
I dati qui riassunti sono il risultato di un’indagine condotta dall’Istituto di psichiatria e psicologia dell’università Cattolica di Roma, che ha voluto lanciare un allarme sulle altre dipendenze dei giovani analizzando il comportamento di circa tremila studenti adolescenti. Il quadro che emerge, al di là delle percentuali molto alte, è quello di una fascia di giovani per cui le nuove dipendenze non sono più il ricorso a sostanze chimiche, ma dipendenze comportamentali generate da un disagio psicologico provocato da stress, noia e senso di vuoto. Lacune emotive che i ragazzi provano a colmare con illusorie gratificazioni come, per esempio, quella dello shopping.
Il problema è che quella che può semplicemente rimanere una gratificazione del momento, se diventa pratica usuale è facile che nell’atto compulsivo assuma i contorni di una vera e propria patologia.

La “sindrome da shopping”: origine e meccanismi
Si parla infatti di shopping compulsivo, un fenomeno decisamente favorito da una società caratterizzata da un diffuso atteggiamento consumistico e da una tendenza a incoraggiare gli acquisti alimentando spesso dei falsi bisogni che hanno pian piano trasformato il possesso di qualcosa in una fonte di felicità, in uno strumento per potersi costruire un’identità sociale apprezzata e accettata.
Il meccanismo psicologico che sta alla base di questo disturbo è appunto - affermano gli esperti - un automatismo impulsivo: il piacere di acquistare si trasforma in una compensazione di una frustrazione o di un disagio interiore. Molti psicologi del comportamento paragonano questo disturbo alla bulimia perché chi ne è affetto è mosso da una voracità improvvisa con attacchi ripetuti e improvvisi: gli acquisti compulsivi, per l’appunto.

La definizione della Società italiana d’intervento sulle patologie compulsive
La Società italiana d’intervento sulle patologie compulsive (S.I.I.Pa.C.) definisce lo shopping compulsivo come: “un disturbo caratterizzato dall’impulso irrefrenabile e immediato all’acquisto, da una tensione crescente alleviata solo comprando. Ogni stato emotivo negativo viene invertito nella spinta incontrollabile e irrefrenabile a effettuare un acquisto nonostante la compromissione delle sfere finanziaria, relazionale, lavorativa e psicologica. I soggetti affetti da questa patologia - spiegano gli esperti della S.I.I.Pa.C. - sostengono di essere assaliti dall’urgenza di comprare, come in preda a un’ossessione che li costringe a mettere in atto il suddetto comportamento”.
È per questo motivo che la dipendenza da acquisti è stata inserita tra i Doc (Disturbi ossessivo compulsivi).

Un quindicenne su tre rischia denaro
La dipendenza da gioco d’azzardo, invece, nasce nei giovanissimi come una continuazione ideale del desiderio di giocare. Il punto è che sono sempre di più gli adolescenti che, stando ai dati dell’Osservatorio delle dipendenze dell’Asl di Bergamo, praticano giochi in cui si puntano dei soldi. L’indagine annuale del 2011 condotta dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr su circa 1.300 giovani studenti, rende noto che nei 12 mesi precedenti il 41,2 per cento dei ragazzi ha praticato una o più volte giochi dove si puntano soldi, percentuale leggermente inferiore, sottolineano gli esperti a quella nazionale. Il dato preoccupante è che tra il 2008 e il 2011 la percentuale dei quindicenni bergamaschi (e anche quella italiana) che si è avvicinata al gioco d’azzardo è passata dal 34,3 per cento al 36,3 per cento e quella dei sedicenni dal 32,7 al 40,8 per cento. Fenomeno che vede tra i giochi preferiti dai maschi Gratta e vinci, scommesse sportive, poker texano, Lotto e Superenalotto.
Secondo le testimonianze raccolte, gli adolescenti giocano perché è divertente, eccitante e perché si vince denaro. Chi ha problemi di gioco spiega che la ragione sta nello sfuggire ai problemi del quotidiano; altri parlano della pressione del gruppo di amici; altri ancora considerano il gioco un modo per attenuare la noia e per smorzare un umore depressivo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)