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Shot rucola e aperitivi alla liquirizia: sempre più bar dove l'alcol non c'è

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Shot rucola e aperitivi alla liquirizia: sempre più bar dove l'alcol non c'è


La parola d'ordine è puntare sull'alternativa piuttosto che sul divieto. E qualche amministrazione locale già favorisce -con leggi, sovvenzioni e orari di apertura più lunghi - la nascita di locali alcol free di CATERINA PASOLINI


DIMENTICATEVI lo spritz, il vino bianco o il wiskey. Qui, c'è lo shot al finocchio, l'aperitivo rucolino, il mojito con la menta il lime ma senza rum, lo sciroppo di liquirizia al basilico, succhi di frutta e cockatil analcolici che mischiano erbe, fiori e spezie dai sapori intriganti e gustosi per non far sentire la mancanza dei gradi. Sono i bar "alcol free" e, chissà, presto ci abitueremo alla loro presenza.


I BAR BIANCHI DALL'ITALIA A LIVERPOOL
Sono piccoli ma cresceranno, sono più al nord che al sud, ma si stanno moltiplicando. Sono i bar bianchi, i bar alcol free che spuntano da Trento ad Andria, da Treviso a Milano e Modena, un'idea per combattere il fenomeno giovanile del binge drinking, la voglia di sballo che porta a bere fino allo sfinimento per ubriacarsi piuttosto che per il gusto. Puntando sull'alternativa piuttosto che sul divieto. In Inghilterra, a Liverpool, hanno aperto a maggio il primo pub alcol free inaugurato dalla futura regina Kate, ma in Italia sono gia una realtà, come ha raccontato anche Terre di Mezzo, il giornale di strada che nelle sue pagine fotografa il paese dall'immigrazione alle diverse realtà del sociale,


CRESCE IL NUMERO DEI MINORENNI CHE BEVONO
I divieti di vendita fino ad oggi infatti non sono bastati a cambiare i comportamenti: il problema è in netta crescita in Italia: sale il numero degli adolescenti che bevono, diminuisce l'età del primo bicchiere, aumentano i teenagers che bevono fuori pasto: e cosi le cifre dell'Istat raccontano di tre milioni mezzo di teenagers che consumano alcolici una volta alla settimana, di un Italia dove un ragazzino su due tra gli 11 e 17 anni ha già fatto uso di alcol, con una drammatica crescita del 10 % rispetto al 2010.


LEGGI PER FAVORIRE LOCALI ALCOL FREE A TRENTO
I primi bar bianchi sono nati per combattere l'alcolismo che, in alcune regioni come il Trentino, è un vero problema sociale visto che qui le statistiche dicono che il 26% della popolazione è a rischio. E proprio da questa regione, dalla provincia di Trento è arrivato l'imput, la decisione di favorire con leggi, sovvenzioni e orari di apertura più lunghi, la nascita di bar alcol free perche diventassero tendenza, moda, creando un circolo virtuoso tra i teenagers. Perché non bere troppo, bere in modo diverso e senza sballarsi, diventasse qualcosa di positivo, da fare in gruppo, con gli amici.


CAFFE' LETTERARI, SPREMUTE E CORSI
Tra i primi locali di Trento, il Barycentro, che ha sposato la filosofia del bar bianco sette anni fa togliendo alcol ma aggiungendo mille progetti diversi a corrollario per attrarre clientela: laboratori di cucito, corsi di cucina, incontri multiculturali, mostre fotografiche serate e culinarie dove cuochi per passione propongono agli invitati le loro migliori specialità. A Modena c'è il bar analcolico Arcobaleno, vent'anni e non sentirli, passato attraverso momenti storici, dall'Italia da bere a quella della crisi, sempre con una forte connotazione sociale. Collabora infatti con varie associazioni del territorio per l'animazione del quartiere e con progetti rivolti ai ai giovani e alle famiglie, tra corsi di ballo e mostre.


DA MODENA A TREVISO, DA ANDRIA A MILANO
E se a Treviso il 99% dei locali e bar vende vino, nel panorama cittadino svetta l'Indimenticabile, locale caffè letterario, con tremila libri a disposizione degli avventori, serate di musica e poesia, che ha messo al bando il classico spritz per un più innovativo rucoolino, apertivo di frutta e verdura segnalato persino dal Gambero Rosso. Dove i mancati guadagni alcolici vendono compensanti dall'aumento del caffè, rigorosamente biologico consumato: anche 4 chili al giorno rispetto alla media nazionale di 1,5. Ad Andria, c'è lo storico bar Oberdan, uno dei primi a mettere fuori il cartello "qui non si somministrano alcolici", preferendo concentrarsi su gelateria e pasticceria mentre qualche mese fa ha aperto Denny's, bar pizzeria che non vende alcolici, al massimo una birra per chi viene a mangiarsi una Margherita. Marcello e Riccardo, i gestori, sanno di avere vicino una scuola, e la loro scelta è dovuta anche a questo motivo. Cosi adesso molti giovani si fermano a mangiare spuntini e drink analcolici, rinunciando a qualcosa di più forte.


Ma sugli oltre 170mila bar censiti dalle associazioni di categorie, sconosciuto è il numero quello dei bar bianchi, una minoranza, una piccola avanguardia coraggiosa perché è ovvio, senza alcol la clientela è diversa, più presente al mattino mentre alla sera è ancora difficile attrarre pubblico senza un vinello o un apertivo, spiegano i gestori. Cosi Milano negli anni si sono aperti e chiusi diversi bar bianchi, resiste impavido il bar Lotto dalle parti di San Siro che da 2 anni ha deciso di smetterla con l'alcol, magari gli affari si saranno un po' ridotti ma ne ha guadagnato, dice, in serenità. Sperando che altri ne seguano l'esempio.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)