Sicurezza stradale: allarme dell' European Transport Safety
Allarme dell' European Transport Safety sulla sicurezza stradale
L'European Transport Safety Council ha individuato i tre principali killer della mortalità stradale, ovvero mancato rispetto dei limiti di velocità, guida in stato di ebbrezza e scarso utilizzo delle cinture di sicurezza
di MAURILIO RIGO
L'European Transport Safety Council ha appena pubblicato il "Road Safety PIN Flash n.16" che lancia l'allarme su come siano troppo lenti progressi degli stati membri Ue nel campo della sicurezza stradale.
L'organizzazione indipendente Etsc nel suo ultimo rapporto ha focalizzato l'attenzione su quelli che ritiene i principali "killer" delle nostre strade ovvero, il mancato rispetto dei limiti di velocità, la guida in stato di ebbrezza e l'utilizzo "disinvolto" delle cinture di sicurezza.
Il tutto in un momento definito cruciale per la sicurezza stradale poiché l'Unione europea sta definendo il piano di interventi decennale da inserire nel IV Road Safety Action Programme.
Sulla base dei dati raccolti (l'Italia insieme a Germania, Grecia, Malta, Portogallo e Slovacchia è sull'elenco dei "cattivi" per la mancanza di un adeguato monitoraggio), l'unico paese ad aver apportato significative riduzioni della velocità media è la Francia (-10 km/h), mentre Gran Bretagna e Austria hanno fatto registrare una diminuzione su strade urbane e autostrade.
L'Etsc stima che una riduzione della velocità media di 1 km/h soltanto servirebbe a evitare 2.200 morti l'anno sulle strade europee e incita tutti i paesi membri all'applicazione della "Cross Border Enforcement Directive".
Da registrare invece un lieve miglioramento della velocità di riduzione della mortalità dovuta alla guida in stato di ebbrezza un dato che però, secondo l'Etsc, differisce dalle rilevazioni Ue (25% dei decessi attribuibili all'alcol), rispetto alle statistiche ufficiali (11,5%).
Anche in questo caso l'ente raccomanda maggiore incisività nell'applicazione della normativa, intensificazione dei controlli e il limite del tasso alcolemico dello 0.2g/l per neopatentati e autisti professionisti.
Poco confortante anche il quadro dell'effettivo utilizzo delle cinture di sicurezza che, sebbene obbligatorio in tutti gli stati membri, si ferma all'88% per i sedili anteriori e scende fino al 72% per quelli posteriori.
I guidatori più virtuosi sono in Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi con il 95%, invece Ungheria, Slovacchia, Grecia e Italia restano al di sotto dell'80%, mentre in molte zone dell'est e del sud Europa si registrano percentuali incredibilmente basse.
Drammatica in tal senso la stima dell'Etsc: nel 2009 grazie alle cinture di sicurezza12.400 passeggeri sono sopravvissuti a gravi incidenti e altri 2.500 morti sarebbero stati evitati se il 99% dei passeggeri avesse indossato la cintura, magari sollecitato da avvisatori acustici o luminosi come avviene in molti veicoli per guidatore e passeggero dei sedili anteriori.
Il rapporto dell'European Transport Safety Council è stato accolto con viva preoccupazione da Giordano Biserni, presidente dell'Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, pronto a rilanciare l'allarme in Italia, soprattutto per quanto riguarda il problema della guida in stato di ebbrezza: "È sconfortante osservare l'aumento del numero ufficiale delle morti su strada causate dall'alcol in Italia. Tuttavia riteniamo che tali numeri non forniscano un quadro completo delle dimensioni del fenomeno della guida in stato di ebbrezza nella nostra nazione, che invece risulta molto più allarmante. Ciononostante, va aggiunto che il numero dei controlli alcolemici svolti dalla polizia lungo le nostre strade sono aumentati negli ultimi anni e che qualche progresso si è ottenuto".
In tal senso l'Asaps cita le statistiche ufficiali basate sui dati della Polizia, in cui la percentuale di incidenti stradali alcol correlati in Italia risulta essere pari soltanto al 4,3% nel 2008 (208 morti per guida in stato di ebbrezza contro i 4.739 complessivi). Se la definizione ufficiale per le morti su strada causate dalla guida in stato di ebbrezza è "qualsiasi decesso conseguente a un incidente stradale in cui almeno un guidatore risulti avere un tasso alcolemico superiore al limite legale", risulta chiaro, sottolinea l'Asaps, che vengono considerate alcol correlate solo quelle morti in cui l'alcol viene ritenuto esclusivo responsabile dell'incidente mortale. Da segnalare infine, a rafforzamento della tesi sostenuta dall'Asaps, che l'Istituto Superiore della Sanità stima che il numero di incidenti mortali causati dall'alcol sia molto più elevato e che rappresenti circa il 30% delle morti su strada totali.