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Sicurezza stradale, per Nocito (UDC) e' "emergenza sociale"

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Davide Nocito, segretario Giovani UDC Alessandria, e di Giovanni Barosini, Segretario provinciale dell'UDC di Alessandria, inerente il tema della sicurezza stradale.
"Spettabile direttore, la sicurezza stradale è ormai un'emergenza sociale: ogni anno, ogni week-end, ogni giorno, sulle strade della nostra Provincia, muoiono troppe persone, a volte intere famiglie e, soprattutto, troppi giovani. L'argomento di cui trattiamo, è anche un'emergenza mondiale, se solo si considera che sulle strade del nostro Pianeta, muoiono un milione e duecentomila persone e i feriti sono più di cinquanta milioni.
Non è una fatalità, né un problema insolubile. La maggior parte degli incidenti possono essere evitati con azioni adeguate. Un ottimo esempio, nella nostra Provincia, è rappresentato dall'iniziativa, in tema di sicurezza stradale, promossa dalla città di Novi Ligure. Sulle strade del novene, infatti, si sono intensificati i controlli, dotando le pattuglie in servizio della polizia municipale, di ben 420 nuovi kit per il rilevamento di sostanze stupefacenti nel sangue, e due nuovi etilometri per il controllo del tasso alcolico. Un'iniziativa davvero lodevole e degna di un Paese civile. Così, la polizia municipale, aderendo ad un bando della regione Piemonte per la sicurezza sulle strade, intende agire per arginare un fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti anche in Provincia. Il rilevatore di sostanze stupefacenti è una specie di stick sul quale viene raccolto un campione di saliva a chi è sottoposto al controllo, ed una sostanza reagente indica se c'è la presenza o meno di sostanze stupefacenti. Per avere la certezza se sono state usate tali sostanze, occorre però un esame del sangue che può essere eseguito solo dagli operatori sanitari. Il codice della strada prevede, in un apposito comma, che il conducente sospettato di aver assunto sostanze stupefacenti, venga accompagnato presso strutture sanitarie fisse o mobili per l'accertamento. L'etilomentro invece, al contrario del kit antidroga, accerta immediatamente la presenza di alcool nel sangue, consentendo così, che la sanzione prevista dalla legge (fino al ritiro della patente), possa scattare subito. Un ottimo esempio di una cittadinanza attiva nell'ambito dei progetti di sicurezza stradale e prevenzione delle "stragi" del sabato sera. E' necessario, dunque, che tutti gli agenti della Provincia, continuino ad eseguire posti di blocco sulle principali arterie cittadine, partecipando a controlli mirati insieme a polizia stradale e carabinieri. Più in generale, è necessario il varo di un piano finalizzato al raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Unione Europea, di riduzione della mortalità sulle strade del 50%, rispetto al 2008, entro il 2010. A questo scopo, sarebbe auspicabile la destinazione del 10% del totale degli stanziamenti, destinati ogni anno in Italia, per lo sviluppo delle infrastrutture. Basterebbe supportare un piano d'azione globale decennale del valore di 300 milioni di dollari, per migliorare la sicurezza nei Paesi in via di sviluppo; chiedere alla Banca Mondiale ed agli altri principali enti erogatori, di garantire che almeno il 10% degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali, sia desinato alla sicurezza; appoggiare e sostenere l'idea di organizzare un Summit Interministeriale mondiale, patrocinato dalle Nazioni Unite, al fine di concordare azioni politiche volte a contrastare le morti sulle strade. Un progetto ambizioso? Forse, ma alla speranza, nonché al coraggio, non si devono porre paletti e confini, di alcun genere, anche se fondati da un apparente "buon senso". Grazie, infatti , alla caparbietà e al buon lavoro delle forze dell'ordine e delle istituzioni competenti in materia, nel corso del 2008, sono stati decurtati ben 2500 punti ad automobilisti indisciplinati, ritirate 35 patenti, di cui 9 per guida in stato di ebbrezza. A tutto appena detto, occorre aggiungere, che esiste un codice della strada orientato in senso cristiano, un manuale completo per la pastorale della strada, pubblicato dal Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, che si divide in quattro parti. La Chiesa Cattolica, dunque, intende dire, con questo documento, che occorre testimoniare la "FEDE", sempre, anche mentre si è al volante. Attraverso il nostro comportamento in auto, possiamo dare testimonianza di ciò che siamo. Buona educazione e rispetto, sono "segnali importanti", al pari di quelli stradali. La preoccupazione della Santa Sede, non è quella di prescrivere regole e divieti, ma piuttosto, alla luce della carità, quella di evitare che, con un comportamento poco adeguato, si metta in pericolo e a rischio, la propria e l'altrui vita. Anche un sorpasso spericolato, può essere "un'occasione di peccato!". Così sembra volerci dire il decalogo stilato dalla Santa Sede. Siamo in conclusione e ci viene in mente una considerazione, quanto mai azzardata, visto i tempi e le mentalità dominanti nella nostra società "sofferta e smarrita", e cioè l'automobile, anziché servire in modo prudente ed etico per la convivenza, la solidarietà, il trasporto e il servizio, tende a trasformarsi, spesso e suo malgrado, in uno strumento di "abuso", di "dominio", di sfoggio di potere e denaro, in una parola sola, in un "errore umano". Ma non era l'invenzione del secolo, appena passato? Il dubbio ci tormenta, come un tarlo nella mente, mentre attraversiamo un ponte, con la "FEDE" al volante.