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Sidestream smoke: i danni del fumo passivo

Sidestream smoke: i danni del fumo passivo

Fumo passivo


 Il fumo passivo è il fumo che viene inalato in modo involontario da coloro che si trovano a contatto con soggetti fumatori (fumatori attivi); attualmente si ritiene che il fumo passivo sia il principale inquinante degli ambienti chiusi.

Il fumo passivo non è quindi un problema di poco conto, tant’è che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, considera la lotta al fumo passivo tra le sue priorità; sono ormai molti anni che la questione fumo passivo è salita alla ribalta; nel 1992, per esempio, negli Stati Uniti, la US EPA (United States Environmental Protection Agency, l’Agenzia Statunitense per la Protezione Ambientale) ha definito il fumo passivo quale carcinogeno umano di classe A.


Il fumo della sigaretta produce due tipi di fumo: fumo attivo e fumo passivo.

 Il fumo attivo (anche fumo centrale o, all’inglese, mainstream smoke) è il fumo che viene prodotto in seguito all’aspirazione della sigaretta; la maggior parte di esso viene inalato dal fumatore (corrente primaria), la parte rimanente viene invece espirata.

Il fumo passivo (anche fumo laterale, sidestream smoke) è il fumo che risulta dalla produzione della sigaretta che viene lasciata bruciare in modo passivo (si parla di corrente secondaria) e dalla parte di fumo che è stata espirata dal soggetto che fuma (corrente terziaria).

Il fumo passivo è quindi la sommatoria della corrente secondaria e della corrente terziaria; si è calcolato che la corrente secondaria rappresenti circa 6/7 del fumo passivo.

Il fumo passivo: i costituenti

È noto che il fumo derivante dalla combustione della sigaretta contiene diverse migliaia di sostanze chimiche (circa 4.000); la maggior parte di queste sostanze hanno proprietà irritanti; le rimanenti (circa 60) sono costituite da sostanze sospettate di cancerogenità o riconosciute come cancerogene. Dal punto di vista chimico il fumo passivo contiene pressoché le stesse sostanze contenute nel fumo attivo, anche se a livello quantitativo sono rilevabili alcune differenze; determinate sostanze per esempio sono maggiormente rilevabili nel fumo passivo che nel fumo attivo (un esempio è rappresentato dalla nicotina, sostanza tossica, anche se non cancerogena). Un’altra sostanza, correlata al cancro della vescica, il 4-aminobifenile, è presente in concentrazioni decisamente maggiori nel fumo passivo; altri esempi sono il benzopirene (sostanza correlata ai tumori del polmone, della cute e alle leucemie), il toluene, la dimetil-nitrosamina ecc.

I danni da fumo passivo

fumo_passivoMoltissime persone sono esposte al fumo passivo, anche se, negli ultimi anni, grazie a una maggiore presa di coscienza del problema, sono stati molti gli interventi atti ad arginarlo. Le leggi sul divieto di fumo nei locali pubblici sono una realtà in molti Paesi del mondo e ciò ha contribuito in maniera notevole alla riduzione delle esposizioni al fumo passivo.

Che il fumo passivo sia dannoso per la salute è un’asserzione che ormai è da tutti condivisa, anche se non tutti concordano sull’entità della sua pericolosità.

Si ritiene che, seppur in misura minore, i soggetti sottoposti al fumo passivo rischiano di contrarre la stragrande maggioranza delle patologie alle quali sono sottoposti coloro che fumano. Ovviamente le conseguenze negative del fumo passivo sono tanto maggiori quanto più l’esposizione a esso è intensa e prolungata. In altri termini: più si è esposti al fumo passivo, più aumenta il rischio di contrarre una patologia di tipo cerebro- e/o cardiovascolare.

Il rischio di tumore al polmone è generalmente associato al fumo, sia al fumo attivo che al fumo passivo; l’associazione del fumo passivo al cancro polmonare in effetti esiste, ma in misura inferiore rispetto a quella che esiste fra fumo passivo e patologie di tipo cardiovascolare.

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.albanesi.it/notizie/fumo_passivo.htm


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)