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Sigarette elettroniche: non sono esclusi danni alla salute

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Sigarette elettroniche: non sono esclusi danni alla salute
L'Istituto superiore di sanità ha consegnato al ministero della Salute un aggiornamento sulla pericolosità di quelle che contengono nicotina. E sollecita una loro regolamentazione come dispositivi medici o farmaci anziché prodotti da tabacco


Le sigarette elettroniche contenenti nicotina «presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età».


È questa, in sintesi, la conclusione dello studio che l'Istituto superiore di sanità ha inviato nei giorni scorsi al ministero della Salute, che glielo aveva richiesto.


L'Iss avverte inoltre che «gli studi disponibili sull'efficacia delle sigarette elettroniche contenenti nicotina come prodotti per la disassuefazione al fumo non possono essere ritenuti conclusivi».


Lo studio, precisa il ministero, contiene una «valutazione del rischio» per la salute umana delle sigarette elettroniche che contengono nicotina, effettuata sulla base di un complesso algoritmo. L'Iss, aggiunge il ministero, fa riferimento a quanto dichiarato dall'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale «sebbene i produttori vendano gli Ends (Electronic Nicotine Delivery System) come dispositivi efficaci che aiutano a smettere di fumare, ad oggi non esiste evidenza scientifica sufficiente a stabilirne la sicurezza d'uso e l'efficacia come metodo per la disassuefazione da fumo e andrebbero regolamentati come dispositivi medici o prodotti farmaceutici e non come prodotti da tabacco». L'aggiornamento scientifico dell'Istituto si basa inoltre su 37 studi scientifici mondiali sull'argomento.


Il nostro ministero della Salute tiene a sottolineare che da tempo segue l'evoluzione delle conoscenze sulla materia e nel febbraio 2012 ha emanato prescrizioni per l'etichettatura di tutti i prodotti, in particolare sulla concentrazione di nicotina, sulla presenza dei simboli di tossicità e sulla necessita di tenere questi prodotti lontano dai bambini. Inoltre, il 4 agosto 2011 lo stesso ministro, con un'ordinanza reiterata lo scorso 28 settembre, vietò la vendita di questi prodotti ai minori di 16 anni (il divieto scadrà alla fine di marzo). L'approfondimento all'Iss fu chiesto proprio in seguito a questa reiterazione.


«Lo studio conferma il grande livello di attenzione verso tutti i fattori di rischio - commenta il ministro, Renato Balduzzi - nel quadro della più ampia battaglia della prevenzione che quest'anno il ministero della Salute ha rafforzato. Il principio di prevenzione e il principio di precauzione sono - assicura - i due riferimenti della nostra azione politica e amministrativa».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)