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Sigarette elettroniche, scatta lo stop agli under 16

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Sigarette elettroniche, scatta lo stop agli under 16
Niente più sigarette elettroniche per i minori di 16 anni: potrebbero indurre la dipendenza da nicotina, anziché aiutare a smettere con il

fumo. Perciò gli adolescenti non potranno più acquistarle, al pari delle normali ‘bionde'. Il divieto, contenuto in un'ordinanza del

ministero della Salute pubblicata questo mese, resterà in vigore per un anno, in attesa di una legge in materia e di maggiori certezze

scientifiche sulla loro efficacia. A vigilare sulla sua applicazione saranno le autorità sanitarie e la polizia giudiziaria. Troppi dubbi,

meglio non rischiare. Lo stop ai nuovi congegni elettronici, nati per garantire la continuità del gesto agli ex fumatori, è arrivato dopo il

parere del Consiglio superiore di sanità, secondo cui: «Mancano ancora le conoscenze sugli effetti sulla salute dei composti organici e dei

prodotti per la vaporizzazione in essi utilizzati - si legge nel provvedimento - perciò non si può escludere l'esistenza di un rischio che

tali sistemi elettronici inducano la dipendenza da nicotina promuovendo la successiva transizione al fumo di sigaretta». In pratica le

sigarette elettroniche potrebbero non essere innocue come si crede. Il pericolo è che sortiscano esattamente l'effetto contrario,

incoraggiando i ragazzi che non hanno mai provato, a cominciare davvero a fumare. Ma cos'è un e-cigarette? Si tratta di uno dei rimedi più

moderni contro il vizio del fumo: è una sorta di mini-aerosol metallico con la stessa forma e dimensione di una ‘bionda'. Ha un led rosso su

un'estremità. All'interno è composta da una cartuccia con una soluzione di glicole propilenico, glicerolo e in alcuni casi nicotina, un

atomizzatore che riscalda le sostanze e le vaporizza e una batteria ricaricabile. Quando si accende sprigiona vapori aromatizzati che

associati al gesto e all'immagine di una vera sigaretta, danno l'illusione di star fumando. Costa intorno ai 90 euro e si acquista in

farmacia. La scienza si divide in materia. Da anni sono in corso studi per dimostrarne l'efficacia nella lotta al tabagismo. Ma a oggi non

esistono ancora prove sufficienti per affermare con certezza la loro utilità, tanto che in alcuni Paesi del mondo, come l'Australia e il

Brasile, sono del tutto bandite, e in altri (Austria e Danimarca) si possono impiegare solo dietro prescrizione medica. A sostegno della loro

validità c'è uno studio italiano pubblicato il mese scorso sulla rivista BMC Public Health, svolto dall'equipe del professor Riccardo Polosa

dell'Università di Catania. La ricerca, condotta su 40 fumatori che per sei mesi hanno usato sigarette elettroniche prive di nicotina, ha

dimostrato che nel 30% dei casi il sistema riduce in maniera drastica l'abitudine del fumo e il numero di pacchetti fumati, e nel 10% aiuta a

smettere del tutto. Ma per una voce favorevole, diverse sono le opinioni contrarie. L'Organizzazione mondiale della sanità nel 2010 bocciò

ufficialmente le sigarette elettroniche, considerate nocive per i troppi additivi chimici in esse contenuti. Già a maggio del 2009 inoltre,

la ‘Food and Drug Administration', l'ente Usa per il controllo dei farmaci e degli alimenti, aveva espresso le sue riserve sul prodotto, dopo

aver scoperto la presenza di nicotina anche in marchi che dichiaravano di non farne uso, oltre a tracce di sostanze cancerogene.
E.Tomasicchio, Repubblica Salute


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)