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Sigarette elettroniche sotto inchiesta

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Molto fumo (elettronico), poche regole

Le sigarette elettroniche, anche quelle senza nicotina, non sono sicure e quindi «vanno sottoposte alle regole e ai controlli di sicurezza dei farmaci». A far tremare i polsi dei circa duemila negozietti di fumo elettronico e al milione e mezzo di svaporatori italiani è il parere espresso dall’Aifa, l’Agenzia ministeriale del farmaco. L’equazione e-sigaretta uguale medicinale significherebbe infatti vendita esclusiva nelle farmacie e controlli molto più severi. Ma anche quel 10, 15% di fumatori convertito oramai ai vapori dai più svariati aromi dormirà sonni meno tranquilli sapendo che l’Aifa, proprio alla vigilia della giornata mondiale contro il tabacco, ha detto a chiare lettere che dai controlli effettuati la quantità di nicotina presente nelle ricariche è spesso diversa da quella dichiarata e che la combustione può liberare sostanze nocive anche per chi svapa facendo a meno della stessa nicotina. 
Per ora il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, non si sbilancia. «Aspettiamo il parere del Consiglio superiore di sanità che per noi è come la Cassazione», dice. Aggiungendo però che «il valore principale è la tutela della salute, poi si tratterà di controbilanciare da un lato la migliore disciplina di mercato in base alle percentuali di nicotina e dall’altro la libertà delle persone».

Solo in farmacia? 
Applicando il parere dell’Aifa sì, le sigarette elettroniche si potrebbero vendere solo in farmacie e parafarmacie, mandando a gambe all’aria un settore commerciale che tira e fa occupazione. Le parole della Lorenzin sembrano però far riferimento alla direttiva europea che dovrebbe a breve concludere il suo iter e che indica nel limite di 2 milligrammi di nicotina lo spartiacque: sotto vendita libera, sopra solo in farmacia.

Nicotina non conforme 
L’Aifa rivela che dai controlli effettuati la nicotina non risulta conforme «alla farmacopea internazionale», che per dispositivi medici tipo cerotti o chewing-gum indica il limite tra lo 0,9 e l’1,8%. Significa che svaporando si rischia di assumere più nicotina di quel che si crede. Anche se, è bene ricordarlo, la nicotina non fa bene a cuore e polmoni ma non è cancerogena come il catrame e le altre quattromila sostanze tossiche che si inalano con le tradizionali «bionde».

Pericolose senza nicotina? 
Stabilito che occorre fare chiarezza sulla quantità di nicotina che inaliamo, l’Aifa lancia però l’allarme anche sulla qualità delle e-sigarette. Questo perché «le sostanze inalate variano non solo in base al liquido inserito ma anche alla composizione del materiale plastico e alla temperatura raggiunta dal dispositivo». Con temperature troppo elevate infatti «penetrano negli alveoli polmonari raggiungendo diversi livelli di profondità» i ftalati. Parola che sembra uscita dal vocabolario dysneiano di Eta-Beta ma che indica dei prodotti chimici contenuti nella plastica, che possono avere effetti tossici nell’apparato genitale maschile oltre che in fegato, reni e polmoni.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)