Sindrome feto-alcolica: in Italia prevalenza della malattia sorprendentemente alta
Sindrome feto-alcolica: in Italia prevalenza della malattia sorprendentemente alta
Secondo uno studio pubblicato su Lancet Global Health, nel mondo circa il 10% delle donne beve alcol in gravidanza, nel nostro Paese si arriva al 50%
CANADA - Ogni anno, in tutto il mondo nascono circa 119.000 bambini affetti dalla cosiddetta sindrome feto-alcolica (FAS), una malattia congenita che provoca anomalie e disabilità causate da un'esposizione prenatale all’alcol etilico. Il dato, ancora più sconvolgente se si considera che la FAS è una condizione facilmente prevedibile e prevenibile, rappresenta solo una delle stime effettuate in un recente studio del Centre for Addiction and Mental Health (CAMH) di Toronto, pubblicato pochi giorni fa sulla prestigiosa rivista Lancet Global Health.
La sindrome feto-alcolica, o fetale alcolica (FAS), è la più grave forma di malattia appartenente allo 'spettro dei disturbi feto-alcolici' (FASD), un termine 'ombrello' che include anche la sindrome feto-alcolica parziale (PFAS), i disordini dello sviluppo neurologico alcol-correlati (ARND) e i difetti congeniti alcol-correlati (ARBD). La FAS è caratterizzata da problemi mentali, comportamentali e di apprendimento, oltre che da una serie di disabilità fisiche.
I ricercatori del CAMH, diretti dalla Dott.ssa Svetlana Popova, dell'Institute for Mental Health Policy Research, hanno condotto una revisione sistematica della letteratura con l'obiettivo di fornire una stima sia della percentuale di donne che assumono alcol durante la gravidanza, sia dell'effettiva prevalenza della FAS, valutate non soltanto su scala globale, ma anche a livello dei singoli Paesi o delle sei strutture regionali in cui è suddivisa l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia Europa (EUR), Africa (AFR), Mediterraneo orientale (EMR), Sud-est asiatico (SEAR), Americhe (AMR) e Pacifico occidentale (WPR).
Secondo i risultati dell'indagine, il 10% circa delle donne di tutto il mondo beve alcolici durante la gravidanza, con ampie differenze tra le diverse regioni dell'OMS. Se l'Europa è la zona in cui questa percentuale risulta più elevata (25,2%), in Paesi come Italia, Regno Unito e Russia si giunge a tassi che uguagliano o superano il 50%.
Naturalmente, la prevalenza della sindrome feto-alcolica nelle varie Nazioni risulta essere correlata alla percentuale di donne che bevono alcol in gravidanza. Negli Stati Uniti, la prevalenza della FAS ammonta a 22,5 persone su 10.000 ed è simile a quella della sindrome di Down, mentre in Canada è di 10,2 individui. In Paesi come Russia e Italia, noti per un'elevata assunzione d'alcol, la prevalenza della condizione è, rispettivamente, di 54,2 e 82,1 persone su 10.000. Al contrario, negli Stati del Medio Oriente la sindrome feto-alcolica risulta essere una vera e propria malattia rara, con tassi di prevalenza che sono nettamente inferiori ad 1 neonato malato ogni 10.000 sani. A livello globale, la prevalenza della FAS nella popolazione generale è stata stimata in 14,6 individui su 10.000.
Come sottolineano gli stessi autori dello studio, non tutte le donne che bevono durante la gravidanza danno alla luce un bambino con FAS. “Abbiamo valutato che una madre su circa 67 di quelle che assumono alcol in gravidanza avrà un neonato affetto dalla malattia”, spiega la Dott.ssa Popova, che tuttavia fa notare come questa stima non includa affatto tutte le altre tipologie di FASD, come PFAS o ARND. Inoltre, restano ancora da chiarire quali siano gli altri fattori che entrano in gioco, oltre all'esposizione all'alcol, nel contribuire al rischio di sviluppo di FASD, come la genetica, lo stress, il fumo e l'alimentazione. Per questi motivi, ribadisce la Dott.ssa Popova, la cosa più sicura da fare è astenersi completamente dal consumo di alcolici durante l'intera gravidanza, una raccomandazione peraltro espressa da tutte le principali linee guida cliniche sulla FAS o sullo spettro dei disturbi feto-alcolici.
Tuttavia, nonostante gli attuali sforzi di educazione e informazione sulla FAS, gli autori dello studio esprimono la preoccupazione che la prevalenza globale della malattia possa aumentare nel prossimo futuro. I motivi a sostegno di tale ipotesi sono essenzialmente due: innanzitutto, i tassi di consumo d'alcol e di 'binge drinking', anche durante la gravidanza, risultano in costante aumento tra i giovani. In secondo luogo, una grande percentuale delle odierne gravidanze non è pianificata, un aspetto che può portare ad esporre involontariamente il feto a sostanze alcoliche.
Sulla base di queste considerazioni, i ricercatori del CAMH sostengono la necessità di aumentare la sensibilizzazione pubblica sull'argomento FASD e di migliorare il monitoraggio delle donne incinte che possono essere a rischio di elevato consumo d'alcol. Secondo gli autori, lo screening per l'uso di alcolici in tutte le donne in età fertile, il rinvio a programmi riabilitativi per coloro che evidenziano un disturbo legato all'abuso d'alcol o di altre sostanze, l'educazione alla prevenzione delle malattie e al mantenimento della propria salute e l'offerta di consulenze sui metodi contraccettivi dovrebbero entrare a far parte, in modo standardizzato, di tutti i sistemi di cure primarie.
Per saperne di più sul rapporto alcol e gravidanza vi invitiamo a consultare le informative del Ministero della Salute a questo link.
Emanuele Conti