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Smart drugs: nuovi interventi di informazione e prevenzione

Smart drugs: nuovi interventi di informazione e prevenzione

Smart drugs, a difesa dei giovani arriva un software che le smaschera

Sostanze 'furbe' che si nascondono dietro pasticche all'apparenza spesso innocua. Che i medici del pronto soccorso non riconoscono. E non sanno curare.

DROGHE FURBE che eludono la legge: possono essere reperite con facilità in negozi specializzati, oppure online; e a volta persino estratte in casa da prodotti di uso comune. Innanzitutto, abbiamo a che fare con droghe che servono per potenziare l'attività cerebrale. Molte sono stimolatori della serotonina e della dopamina che regolano funzioni come l'umore, il ritmo sonno-veglia e la memoria e possono quindi migliorare la concentrazione e le capacità di apprendimento. Sono sostanze simili a quelle usate dai medici, ma cambiate in alcune parti per essere potenziate. E il risultato è che nessuno sa quali siano gli effetti collaterali non sempre noti mentre queste sostanze sono già accessibili nel mercato dell'online. In Italia le utilizzano almeno 40 mila studenti e non si sa quante altre persone.

E i loro effetti li vedono, giorno dopo giorno, i medici dei Pronto soccorso, che si trovano di fronte a ragazzi in gravi condizioni: hanno abusato di qualcosa che, però, i camici bianchi non conoscono; e quindi non sanno curare.

Nascoste nel bagnoschiuma. Non solo, gran parte dei principi attivi delle droghe intelligenti si trova in oggetti di uso comune. E on line è facile scoprire come procurarsele, magari con il fai da te: estraendo, ad esempio, dai bagnoschiuma la Salvia Divinorum, un potentissimo allucinogeno. La rete è il mezzo di diffusione privilegiato, e sulla rete si concentra lo studio del Cnr di Pisa in collaborazione con il King's College di Londra. È il Progetto Cassandra: dal febbraio di quest'anno, e per due anni, i ricercatori devono mettere a punto un software che monitori le nuove sostanze psicoattive sul web permettendo previsioni sul loro consumo.

Come? Innanzitutto analizzando le conversazioni degli ultimi 10 anni per stabilire uno schema che colleghi la discussione, l'arrivo e la diffusione della nuova sostanza. "Abbiamo visto che nel 2010 sui forum c'è stato un picco di interesse nei confronti del mefedrone, una droga sintetica in grado di alterare la percezione della realtà", racconta Maurizio Tesconi, ricercatore all'Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa. E proprio nello stesso anno la sostanza ha conquistato il commercio online, per essere poi messa al bando dalla Comunità Europea qualche mese più tardi.

Migliaia di conversazioni on line.

I post raccolti sono 5 milioni e gli utenti che hanno preso parte alle conversazioni 550 mila. Perché sui forum ci si scambia di tutto: dalle ricette per estrarre le sostanze ai consigli su come gestire la 'botta', fino alla descrizione degli effetti collaterali.

L'unico divieto è la compravendita diretta di sostanze illegali. " In questi forum si cercano le frontiere delle nuove droghe, sperimentandole in prima persona per poi condividerne l'esperienza su internet", prosegue Tesconi. E infatti nella home page di uno dei blog troviamo una sezione dedicata alla creazione delle droghe con conversazioni sulla chimica, l'estrazione e la coltivazione delle piante psicoattive.

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2015/10/26/news/com_e_furba_la_mia_droga_un_software_per_scoprirle_nei_social_prima_che_facciano_danni-125922148/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)