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Smart sballi: una panoramica sul fenomeno delle "droghe furbe"

Smart sballi: una panoramica sul fenomeno delle "droghe furbe"

Hanno nomi accattivanti e si presentano come innocue. In realtà si tratta di bombe micidiali. Sono le droghe di nuova

generazione
Alice Vallerini
Si comprano online, sono "smart" (che vuol dire in inglese sveglio e frizzante, ma anche doloroso e violento) e costano poco.

E soprattutto non possono definirsi ufficialmente droghe quindi si presentano come innocue, malgrado siano vere bombe. Il

successo delle sostanze da "sballo" di ultima generazione sta nella combinazione vincente del prezzo (bastano dieci euro per

comprare una dose di Meow Meow, arrivato da poco in Italia e già entrato a pieno titolo nella lista degli stupefacenti più

ricercati dai giovanissimi) e dell'acquisto facile: si tratta di sostanze con principi attivi legali, che si ordinano

direttamente in Rete dove vengono vendute come fertilizzanti o profumatori per ambienti e vengono recapitate comodamente a

casa, così da evitare all'acquirente i "fastidi" dei contatti con i fornitori o gli imbarazzi legati all'ingresso nello smart

shop di turno.
Molte delle sostanze che oggi invadono i mercati della Rete e preoccupano sempre più il mondo sanitario e le forze

dell'ordine sono costruite con ingredienti dei quali ancora si sa ben poco, dalla velocità d'azione ai possibili antidoti: la

vendita non è vietata perché i loro principi attivi sono tuttora allo studio, e non ancora inseriti nelle tabelle del

ministero della Salute. Così, mentre cocaina ed eroina fanno registrare una leggera flessione, le droghe "furbe" e le

pasticche di ultima generazione acquisiscono rapidamente nuove fette di consumatori ignari dei loro rischi potenziali. (Al

riguardo proprio lo scorso 22 luglio l'Istituto superiore di sanità ha pubblicato la 2^ edizione del volume "Smart drugs",

con l'aggiornamento sulle ultime miscele di sostanze stupefacenti, immesse sul mercato mondiale).
Pericoli che - contrariamente a quanto credono i più - partono dall'eccitazione e la compulsione, fino ad innescare una

spirale capace di portare alla depressione e perfino alla morte.
Gli esperti hanno già lanciato l'allarme e le forze dell'ordine sono mobilitate: proprio alla luce dei recenti cambiamenti

nel mutevole e variegato mercato degli stupefacenti, i poliziotti della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa),

d'intesa con la polizia postale, hanno fatto scattare uno specifico monitoraggio dei siti internet "sospetti" ed è in

progetto la formazione di un gruppo di lavoro ad hoc per tenere gli occhi puntati sul settore delle sostanze dagli effetti

allucinogeni vendute online, oggi interessato da un vero e proprio boom. «Abbiamo registrato un aumento esagerato di vendite

attraverso la Rete, vogliamo essere più presenti e proprio per questo abbiamo già svolto diversi incontri finalizzati alla

formazione del nostro personale in modo da mettere in atto un'opera di prevenzione e contrasto efficace - spiega il direttore

centrale della Dcsa Gaetano Chiusolo - vogliamo tutelare i giovani, che più di tutti subiscono gli effetti nocivi dell'uso di

queste "droghe" all'apparenza innocue. Bisogna studiare in modo approfondito chi c'è dietro a questo business e poi

intervenire in modo mirato». Il consumo degli stupefacenti camuffati da deodoranti o concimi - uno su tutti il mefedrone

considerato sostituto dell'ecstasy e smerciato sul Web sotto forma di polvere o cristalli "per le piante" - preoccupa non

poco anche gli esperti dell'Istituto superiore di sanità. «In quest'ambito assistiamo a un vero e proprio inseguimento tra

produttore e legislatore - spiega Simona Pichini, primo ricercatore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto (Osservatorio

fumo alcol e droga) nonché coautrice del libro sulle droghe furbe - chi vende online infatti ha "campo libero" fino a quando

i principi attivi delle sostanze messe in commercio non sono inserite in tabella. Quando questo accade - perché magari gli

studi evidenziano gli effetti nocivi legati all'utilizzo di certi semi, o perché dopo un evento tragico legato all'assunzione

di alcune droghe partono approfonditi accertamenti che ne portano a galla la pericolosità - i "commercianti" cambiano

prodotto e si orientano su un'altra cosa, "merce" in quel momento ancora legale dunque inattaccabile». Simona Pichini

sottolinea che i margini d'azione dei venditori di droghe furbe si assottigliano di pari passo con la rapidità con la quale

le tabelle del ministero della Salute si aggiornano e arrivano a includere sostanze prima considerate legali: «La storia si

apre con Salvia Divinorum, che arriva all'America del Sud, i cui effetti allucinogeni sono stati messi a fuoco (e a quel

punto la sostanza è stata inserita in tabella) solo quando nel 2003-2004 alcune persone hanno iniziato a sentirsi male dopo

l'assunzione». Stessa cosa accadde a poca distanza di tempo con i semi di Argyreia Nervosa, una pianta della famiglia delle

lamiacee che nel 2006 portò alla morte un ragazzo di Bari. Di qui è stato un continuo: come evidenziano gli esperti dell'Iss,

via via che si accertavano gli effetti nocivi di certe sostanze il legislatore le vietava e i venditori s'ingegnavano a

trovare altra merce su cui lucrare. È proprio tramite questo meccanismo che si è arrivati alle "legal hight" (ovvero sostanze

sintetiche ben diverse dalle "smart drug" di origine naturale) chimicamente modificate e "lecite" solo perché dai componenti

non ancora in tabella. I ricercatori spiegano che il tranello teso al consumatore da chi smercia queste sostanze sta tutto

nella presentazione delle sstesse: «Sui siti in cui avviene lo scambio, accanto al prodotto spesso appare la scritta "no

human use" e si puntualizza che la vendita avviene esclusivamente a scopo di ricerca, ma naturalmente nessuno controlla come

di fatto avviene l'utilizzo». All'Iss tracciano anche il profilo del consumatore di sostanze allucinogene abituato a comprare

la merce online. «Non sono drogati classici, non vanno al Sert - sottolinea Simona Pichini - spesso sono giovani o

giovanissimi che fanno una vita normale e che in alcuni momenti cercano performance cognitive elevate oppure hanno voglia di

sperimentare uno "sballo" diverso. Poi ci sono anche persone adulte, ultra 40enni, che vanno in cerca di queste sostanze

perché hanno anche effetti afrodisiaci. Sono gli stessi che poi comprano il Viagra online. In genere parliamo di consumatori

di un livello sociale medio alto, perché sebbene la "merce" in questione non sia costosa si tratta sempre di acquisti che

vanno fatti in Rete, con carta di credito».
A delineare il profilo degli appassionati di "acquisti da sballo" via Web, ignari delle insidie che si nascondono dietro a

funghetti, semi o pasticche, contribuiscono anche le indagini dei poliziotti della Direzione centrale servizi antidroga.
«I dati di settore sono allarmanti e testimoniano la ricerca da parte dei ragazzi di sostanze che abbiano una funzione

socializzante, senza le quali i consumatori vedono i rapporti umani sbiaditi, grigi e poco stimolanti - sottolinea il

direttore centrale della Dcsa Gaetano Chiusolo - queste droghe danno una percezione ingannevole di euforia, anche perché il

più delle volte vengono assunte con i superalcolici. Poi però arriva la fase del crollo, la stanchezza. E magari è proprio

quello il momento in cui ci si mette alla guida».
Alla Direzione centrale servizi antidroga spiegano che dai semi alle droghe sintetiche, le cosiddette "legal hight", il

passaggio è davvero breve. Anche perché la maggior parte delle pasticche dai nomi nuovi e accattivanti vengono percepite come

inoffensive dal mondo giovanile. «La tendenza al consumo di droghe sintetiche tra i ragazzi trova riscontro nel recente

rapporto dell'Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze che ha censito ben 24 nuove droghe sintetiche comparse

sul mercato nell'anno 2009 ed è in ascesa - evidenzia Gaetano Chiusolo - Si tratta di un dato preoccupante, per il suo

significato e le sue implicazioni. Queste droghe fanno tendenza, esaltano il senso di protagonismo, danno una percezione

falsa della realtà. Senza contare i pericoli che possono derivare dalla possibile intolleranza verso uno o più componenti

della sostanza di sintesi o dal policonsumo che può causare danni irreversibili all'organismo»uo;.
A queste considerazioni va aggiunto che nel campo delle droghe sintetiche oggi più che mai la domanda incontra un'offerta

favorevole. I motivi sono diversi: dalla facilità di realizzazione dei laboratori chimici dove queste sostanze sono prodotte

(che non necessitano di particolari apparecchiature e possono essere facilmente trasferiti per eludere il lavoro degli

investigatori) alla facile reperibilità sul mercato delle materie prime necessarie al processo di produzione che trovano

diversi impieghi dell'industria legale, fino al trasporto agevole di droghe le cui aree di produzione sono soprattutto in

Europa e, ovviamente, ai profitti enormi per il mondo criminale che gestisce il business illegale.
Effetto epidemia
di Silvio Garattini
Ormai le droghe stanno diventando una vera e propria epidemia. Solo a Milano si utilizzano ogni giorno oltre 50.000 dosi fra

cocaina, cannabis, amfetamine ed eroina e i consumi crescono durante il week-end. A queste bisogna naturalmente aggiungere le

droghe cosiddette "lecite": circa 11 milioni di fumatori e qualche milione di alcolizzati.
Se ciò non bastasse, si può aggiungere che l'età dei consumatori di droga si sta paurosamente abbassando con gravi

conseguenze, perché nei giovani il cervello è ancora in fase di accrescimento e i danni possono essere incalcolabili a breve

e a lungo termine. Il mercato delle droghe è in rapido movimento: ad esempio, nel 2009 si è assistito a una drastica

diminuzione della cocaina, compensata da un aumento del consumo di amfetamine. Alle classiche droghe si sta aggiungendo una

varietà di prodotti che, definiti "smart drug" (le droghe furbe), stanno ottenendo un notevole successo. Sono prodotti

all'apparenza destinati ad altri usi: profumi, deodoranti, cosmetici, ma di fatto con un contenuto di sostanze simili alle

droghe. Ad esempio, recentemente si è riscontrato che un prodotto destinato a profumare l'ambiente conteneva un cannabinoide.

Ad informare gli interessati sulle reali proprietà di questi prodotti provvede Internet, attraverso siti ad hoc. Essendo

prodotti relativamente nuovi, da ingerire o da iniettare, è per ora difficile sapere quali saranno gli effetti tossici

soprattutto di trattamenti ripetuti nel tempo. Lo scenario generale non è certamente molto incoraggiante soprattutto perché

manca quasi completamente una reazione significativa da parte della società civile. Genitori, insegnanti, medici, operatori

sociali, sacerdoti e politici non hanno ancora trovato modo di unire gli sforzi in un progetto comune per contrastare questo

orribile mercato. Occorre svolgere anzitutto una continua campagna di informazione non solo per quanto riguarda la salute,

alla cui salvaguardia i ragazzi sono in genere poco sensibili; ma anche per sottolineare gli aspespetti di dipendenza e di

schiavitù che caratterizzano chi abusa di droghe. A livello politico e legislativo è importante intensificare la repressione

degli spacciatori e in particolare degli importatori; da questo punto di vista sono stati raggiunti recentemente da parte

della polizia importanti risultati. Si devono aumentare le pene. Si deve evitare tutta la pubblicità indiretta che si attua

attraverso film, canzoni e soprattutto nelle varie rubriche di Internet che spesso esaltano i "vantaggi" indotti dalle

droghe. Occorre mobilizzare tutti coloro che rappresentano il punto di riferimento dei giovani: calciatori, divi dello sport,

del cinema, della canzone devono sentirsi impegnati a restituire al pubblico i vantaggi della loro popolarità. Data la

consueta difficoltà di dialogo e di linguaggio comune fra padri e figli si dovrebbero costituire gruppi di giovani volontari

che vogliano aiutare i loro coetanei ad evitare i danni della droga. Nessuno più dei giovani può trovare le migliori

argomentazioni per convincere altri giovani. Infine, occorre sviluppare un piano di ricerca sulle droghe. Si devono conoscere

meglio gli effetti tossici delle droghe, si devono trovare degli antidoti, ma il problema non è solo medico, è

prevalentemente sociale. Si devono conoscere meglio le motivazioni per cui si ricorre alla droga, si devono studiare i

messaggi e le modalità per farli arrivare a livello capillare. Il vantaggio nel pianificare interventi oggi sta nel fatto che

possiamo con precisione misurare i consumi in modo quantitativo e quindi stabilire se gli interventi sono efficaci. Vogliamo

evitare che l'epidemia si estenda? Tutta la società deve reagire.