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Smettere di fumare? Un sms aiuta a vincere la dipendenza

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Smettere di fumare? Un sms aiuta a vincere la dipendenza

LOTTA ALLA SIGARETTA. Un servizio attivato dall'azienda ospedaliera in collaborazione con Vodafone e Pfizer. Il medico: «I messaggi vengono personalizzati sui vari pazienti:  ma sono un aiuto molto valido alla terapia farmacologica»
Smettere di fumare con un sms? Non è così semplice, ma da oggi i medici dell'azienda ospedaliera integrata veronese possono sfruttare un'arma in più per aiutare i cittadini nella lotta contro la dipendenza da sigarette. «Curiamo circa 400 persone all'anno», spiega il responsabile del servizio di Medicina delle dipendenze, Fabio Lugoboni, «molte per la media italiana, ma poche se paragonate ai 13 milioni di fumatori italiani. Il fumo è la seconda causa di morte nei paesi occidentali e la prima per morti evitabili. Nel nostro Paese ci sono 77mila decessi l'anno legati al fumo, numero sedici volte più alto rispetto ai morti sulle strade per incidenti. Eppure anche chi vuole smettere, nella quasi totalità dei casi, lo fa da solo, senza affidarsi ad un centro specializzato. Ma così la percentuale di fallimento è altissima. L'80 per cento dei fumatori ci ricasca entro la prima settimana». Per questo l'azienda ospedaliera, in collaborazione con Vodafone e con l'azienda farmaceutica Pfizer, ha attivato un servizio di sms, a cui possono aderire i pazienti del servizio di Medicina delle dipendenze, attraverso il quale verrà monitorato il processo di disintossicazione.  «Gli sms saranno personalizzati sui pazienti, inviati in modo più intensivo nella prima settimana, la più critica, poi si diraderanno e l'ultimo sarà dopo 12 mesi. In essi si sosterranno psicologicamente i pazienti, motivandoli a non cedere alla tentazione della nicotina». In Nuova Zelanda, dove il metodo è già in uso, si stanno ottenendo buoni risultati, nel curare quella che è una vera e propria tossicodipendenza.  «Ovviamente non bastano gli sms», conclude Lugobono, «ma affiancati alla cura farmacologica e al supporto del medico, possono aiutare». I danni provocati dalle sigarette sono ben noti, ma li ricorda Luciano Cominacini, direttore di Medicina interna dell'azienda ospedaliera: «Malattie cardiovascolari e respiratorie. Tumori e patologie croniche molto invalidanti, come la broncopneumopatia ostruttiva, oltre ad altre patologie collegate. Anche poche sigarette al giorno possono essere estremamente dannose». Eppure, secondo i dati, gli italiani fumano in media 72 miliardi di cicche all'anno e sono in aumento i fumatori giovanissimi, già a partire dai 14 anni. Senza contare l'inquinamento ambientale derivante da ciò, come ricorda Giampaolo Velo, direttore di Farmacologia, e i danni da fumo passivo. Per disincentivare questa dipendenza, l'azienda ospedaliera scaligera ha avviato il progetto Monitor.  «Cinque grandi schermi», spiega Cristiano Chiamulera, responsabile del laboratorio di Neuropsicofarmacologia, «posizionati nei punti di maggior affluenza, come pronto soccorso e casse, che trasmetteranno video mirati per diffondere la consapevolezza dei gravi rischi legati al fumo. Gli studi dimostrano che il cervello risponde a questo tipo di messaggi». Terzo tassello in questa lotta alla nicotina è la creazione di aree riservate al personale medico fumatore. «Prima era vietato fumare all'interno degli ospedali», precisa Maria Malizia, della direzione medica, «quindi medici e personale fumavano fuori, magari all'ingresso, dando un cattivo messaggio ai pazienti.  L'ospedale deve dare il buon esempio, quindi ora è vietato fumare ovunque per i dipendenti, tranne in apposite zone, separate e non visibili all'utenza». Una decisione pragmatica, che sta già portando i primi risultati.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)