Società italiana di gastroenterologia: malattie digestive e fattori di rischio
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Salute: 1 italiano su 5 con malattie digestive
Stomaco e intestino tallone d'Achille per sempre più italiani. Uno su 5 digerisce male o soffre di vere e proprie patologie dell'apparato che
ha il compito di assorbire gli alimenti. Ma per scoprire il suo problema e iniziare una cura, meno di un malato su 10 arriva al
gastroenterologo: 9 su 10 finiscono dal medico sbagliato. Un'emorragia di pazienti che si traduce in esami e terapie inappropriate, liste
d'attesa che si allungano e costi impropri che lievitano. "Il rischio è l'esplosione del sistema".
A lanciare l'allarme sono gli esperti di Sige (Società italiana di gastroenterologia), Aigo (Associazione italiana gastroenterologi
ospedalieri) e Sied (Società italiana di endoscopia digestiva), che dal 23 al 27 maggio organizzano la prima Settimana delle malattie
digestive. L'obiettivo è "fare cultura anche fuori dall'ospedale, sul territorio". Per restituire al gastroenterologo i suoi malati.
L'iniziativa, sostenuta da Nycomed, è stata presentata a Milano e coinvolgerà oltre 50 centri specialistici del Belpaese. Contattando un call
center attivato ad hoc, 8 mila medici di famiglia selezionati lungo la Penisola, forniti di un'apposita carta dei servizi che detta il
percorso di accertamento da seguire e 'mappa' le strutture dedicate, invieranno ai centri partecipanti i pazienti con sospetta patologia
digestiva. "In linea di massima ogni centro offrirà 5 visite al giorno per 5 giorni", riassume il presidente della Sige Gianfranco Delle
Fave, 'regista' del progetto. All'insegna del motto 'Con il medico per il paziente', la speranza è quindi quella di raggiungere oltre un
migliaio di possibili malati. Scopo finale: inaugurare "un nuovo modello organizzativo fondato su un collegamento tra ospedale e territorio",
spiega Delle Fave.
Calano gastrite e ulcera, crescono colon irritabile e altre malattie infiammatorie intestinali. Stabile la colite ulcerosa, mentre
preoccupano cancro colorettale ed esofago di Barrett, e sembra in aumento il morbo celiaco. Questo il 'borsino' delle malattie che colpiscono
il cosiddetto "secondo cervello" del corpo umano, in parte legate ai cattivi stili di vita (alla sbarra dieta scorretta, fumo, alcol e
stress), ma in parte anche alla genetica. Ogni anno causano in Italia circa 2 milioni di ricoveri, 10 milioni di giornate di degenza in
ospedale e 82 mila morti. "Insieme alle patologie cardiovascolari - sottolinea Delle Fave - quelle digestive rappresentano la prima causa di
ricorso alle strutture sanitarie. In sintesi, sono la prima ragione per cui ci si ammala, si va in ospedale e alla fine si muore. Ricordiamo
poi che il 25-27% di tutti i tumori parte proprio dall'apparato digerente. Ma il vero problema è che, mentre un cardiopatico su 2 viene
curato dal cardiologo, appena un paziente con malattie digestive su 10 viene visitato dal gastroenterololgo". Nel caso delle patologie
digestive "solo l'8-9% di tutti i ricoveri avviene nei reparti specialistici", conferma Santo Monastra, presidente dell'Aigo. Gli altri
'bypassano' il gastroenterologo e arrivano alle unità di "medicina, chirurgia, malattie infettive e altro ancora. Con un costo enorme per il
Servizio sanitario nazionale e per gli stessi pazienti che, com'è stato dimostrato, curati nel reparto appropriato vivrebbero di più e
meglio". Ma perché gli italiani con lo 'stomaco debole' si perdono per strada? Da un lato la colpa è dell'abuso dei pronto soccorso.
"All'estero sono praticamente vuoti, mentre da noi a intervalli di pochi minuti passa un ambulanza", osserva Delle Fave. Inoltre, aggiunge,
"oggi il medico di famiglia non riesce più a fare da filtro. E' schiacciato da mille incombenze burocratiche e amministrative, è chiamato a
occuparsi un po' di tutto" quando invece "non si può essere tuttologi", avverte Monastra. Luigi Familiari, presidente della Sied, punta
infine il dito contro "quella che possiamo chiamare una forma di medicina difensiva". Nell'era dell'autodiagnosi online, spesso 'ispirata' da
siti Internet che di scientifico hanno poco o nulla, i malati si presentano dal medico credendo di sapere già ciò di cui hanno bisogno. "E
purtroppo la tendenza è di accontentarli sempre e comunque - riflette Familiari - Ormai non si fa più ciò che è necessario, bensì quello che
comporta meno rischi legali". Anche per questo, per 'ridare al gastroenterologo ciò che è del gastroenterologo', è "indispensabile creare e
diffondere su tutto il territorio italiano una cultura gastroenterologica", insistono i numeri uno di Sige, Aigo e Sied. A maggior ragione
alla luce dei successi raggiunti da questa branca della medicina. "Oggi, per esempio, sopravvive a 5 anni più del 70% dei malati di cancro al
colon-retto, killer numero uno fra i tumori del sistema digerente", evidenzia Delle Fave. Senza contare "la grande rivoluzione
dell'endoscopia - dice Familiari - Nata come strumento di diagnosi, è sempre di più anche un mezzo di intervento ultra-precoce" che fa del
gastroenterologo un camice bianco "a metà fra il medico e il chirurgo". Il 'viaggio virtuale' nelle viscere, infatti, non permette solo di
guardare dentro l'addome con la stessa precisione con cui un dermatologo può esaminare la pelle: "Con l'endoscopia digestiva oggi si può
intervenire senza aprire il paziente in quasi tutte le patologie dell'apparato digerente". Asportando lesioni millimetriche anche prima che
diventino un cancro.