Società Italiana di Medicina del Lavoro: attenzione ai fattori di stress
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Le malattie invisibili e gli infortuni evitabili nei luoghi di lavoro sono i temi principali affrontati durante il 73°
Congresso nazionale della Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale (Simli) dal titolo "La medicina del
lavoro quale elemento migliorativo per la tutela e sicurezza del lavoratore e delle attività di impresa", organizzato dalla
scuola di specializzazione in Medicina del lavoro della Sapienza, diretta da Francesco Tomei che si svolge a Roma da oggi a
sabato 4 dicembre.
Al congresso partecipano oltre 2000 medici del lavoro che operano sul territorio, in tutta Italia, portando oltre 500
presentazioni scientifiche e relazioni su esperienze dirette. All'incontro introduttivo, moderato da Francesco Tomei, hanno
partecipato Mauro Cutrufo, vicesindaco di Roma, Luigi Frati, rettore della Sapienza, Giuseppe Abbritti, presidente della
Simli, Oreste Tofani, presidente della Commissione parlamentare morti bianche e Giuseppe Bonifaci, sovrintendente medico
generale Inail.
Esperti del settore, dirigenti aziendali e autorità istituzionali si stanno confrontando per individuare strategie più
efficaci per ridurre le malattie professionali e gli incidenti sul lavoro, per migliorare le attività e la produttività
delle imprese, sia pubbliche che private. I congressisti si interrogheranno, tra l'altro, sul ruolo del medico del lavoro
come promotore della sicurezza e fautore dell'implementazione dell'attività delle impresa nel settore della sicurezza.
Nel corso delle 4 giornate congressuali saranno presentate alcune ricerche su focus di particolare interesse.
Tra gli altri, sarà illustrato uno studio che documenta l'incidenza del rumore presente in alcune attività lavorative nella
comparsa di patologie cardiologiche; riguardo agli infortuni in edilizia sarà messo a fuoco l'effetto delle ultime normative
di contrasto all'uso di droghe e alcol sul luogo di lavoro, che hanno portato a una riduzione degli incidenti mortali del 54%
negli ultimi 9 anni; sarà oggetto di un particolare approfondimento la salute delle donne e degli immigrati nei luoghi di
lavoro.
Dalle indagini risulta che se diminuiscono gli infortuni, aumentano e cambiano però le malattie professionali Il numero
degli incidenti mortali sul lavoro registra una riduzione che lascia sperare nell'avvio di una trend capace di consolidarsi:
il numero delle morti è stato pari a 6.000 nel cinquennio 2004-2008, con un dato pari a circa 1200 nell'anno 2008, mentre nel
2009 il dato è sceso a circa 1050.
Per quanto riguarda gli infortuni, nel 2009 i casi denunciati all'Inail sono pari a 790000 nel 2009, in flessione del 10%
rispetto al 2008 e del 30% rispetto al dato complessivo del periodo 2002-2008.
In forte aumento invece le malattie professionali denunciate: oltre 34.000 nel 2009, contro 29.000 nel 2008, con un
incremento di oltre il 15%.
Le malattie professionali fanno ancora parzialmente riferimento a patologie tradizionali collegate al lavoro industriale,
quali la silicosi e l'asbestosi, ma emergono disturbi completamente nuovi o non ancora rilevati. Aumentano infatti le
patologie della colonna vertebrale e dell'arto superiore (spalla, braccio, tunnel carpale), soprattutto per l'esposizione a
vibrazioni; grazie alla prevenzione, diminuiscono le ipoacusie dovute all'esposizione al rumore, ma questo fattore determina
nuove patologie dell'apparato cardiovascolare; si registra infatti un'incidenza dell'ipertensione tripla e delle alterazione
dell'ECG doppia nei lavoratori esposti a forte rumore rispetto ai lavoratori non esposti. Un caso limite è stato riscontrato
in una fabbrica di materassi a molle, dove il 75% dei lavoratori risultava iperteso.
Nonostante la progressiva "emersione" della malattie professionali (aumento dei casi denunciati rispetto a quelli taciuti o
sottovalutati), resta un'ampia fascia di malattie professionali non riconosciute: si calcola infatti che circa il 60% dei
tumori possa essere causato da fattori ambientali presenti sul luogo di lavoro,ma i tumori denunciati come malattie
professionali sono stati nel 2008 solo 1800, di cui la metà dovuti all'amianto.
In forte incremento sono anche le patologie (psichiche, cardiovascolari ecc.) collegate allo stress. Dal 2011 le aziende
avranno l'obbligo di rilevare lo stress lavoro-correlato, secondo le disposizioni applicative del decreto 81 del 2008 che
entrano in vigore nel prossimo anno: ciò consentirà entro breve di avere a disposizione un monitoraggio obiettivo sulla
relazione tra stress da lavoro e malattie professionali