Sono stato abbandonato da mia madre... e sono stato adottato da una coppia che aveva appena perso un figlio...
Sono stato abbandonato da mia madre... e sono stato adottato da una coppia che aveva appena perso un figlio; erano gentili con me, ma non mi abbracciavano mai... e quando io avevo 15 anni sono morti entrambi...
Mi chiamo P., ho 40 anni e sono tossicodipendente da 25 anni.
Ho iniziato, come tanti, con gli spinelli all'età di 12 anni; passavo le mie giornate nel cortile sotto casa e lì fumavo con i miei compagni di scuola, gli stessi che 2 anni dopo mi hanno convinto a provare l'eroina. "Devi farlo anche tu -mi dicevano- altrimenti non sarai più dei nostri". Non potevo stare senza di loro e così li ho seguiti.
E' stata una sensazione unica, tanti aghi tutti insieme nella testa e poi la pace... da lì è iniziato il mio calvario, non sono più riuscito a farne a meno e ogni cosa che facevo era orientata a procurarmi la droga.
Non so dire come la sostanza abbia influito sul rapporto con la mia famiglia perché una famiglia non l'ho mai avuta e perché penso che in realtà sia stata proprio lei l'origine dei miei mali e la causa della mia dipendenza.
Sono stato abbandonato dalla mia madre naturale quando ero piccolo e sono stato adottato successivamente da una coppia che aveva appena perso un figlio; mi sono sempre sentito solo: non sono stato voluto dalla mia vera famiglia e sono stato un rimpiazzo per quella adottiva.
I miei genitori adottivi erano gentili con me, mi davano da mangiare, mi compravano i vestiti, mi mandavano a scuola ma non mi abbracciavano mai e non mi chiedevano mai se stavo bene o male.
Forse però con il tempo loro avrebbero potuto imparare a volermi bene ma quando avevo 15 anni sono morti entrambi e lì mi sono trovato solo al mondo; oltre all'eroina ho iniziato ad usare l'LSD e qualsiasi altra sostanza che mi faceva smettere di pensare e soffrire.
La droga a quei tempi la vivevo come la cosa più bella, il mio unico amico, era la persona che mi coccolava, che mi consolava e che mi dava quello che la vita non era mai riuscita a darmi e cioè pace e tranquillità.
Un giorno mi prelevarono i Carabinieri da casa e mi portarono dalla mia vera madre; lei frequentava brutta gente e io "lavoravo" per loro, mi mantenevano, mi riempivano di soldi ma non mi davano quell'affetto di cui avevo bisogno.
Ho iniziato ad entrare e ad uscire dalla galera da quando avevo 17 anni, sempre in compagnia della mia amica eroina.
La prima volta che sono stato in una comunità per disintossicarmi avevo 22 anni, ne ho girate tante ma sono sempre scappato perché la voglia di sostanze è sempre stata più forte di me.
Ora ho 40 anni, sono malato e sono stanco di fare quella vita sbandata.
Sono entrato al CUFRAD perché vorrei imparare a vivere diversamente, a stare lontano dalla violenza e dalla brutta gente; è difficile per me fare questo perché ho sempre visto solo il male.
Qua per la prima volta nella mia vita ho trovato una vera famiglia, i miei compagni sono tanti fratelli e gli operatori sono i miei punti di riferimento dai quali mi sento accolto e considerato nonostante tutti i miei difetti.
La mia esperienza mi ha insegnato che la droga porta con sé malattia e morte, per questo devo resistere e stare qua il più a lungo possibile.
Voglio farmi aiutare a vivere dignitosamente e a dimostrare a me stesso che anch'io valgo qualcosa.
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