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Spice: considerazioni

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Si chiama Spice e, dopo Austria e Germania, ora è in arrivo anche in Italia e nella nostra città. Facile da reperire, senza entrare in contatto con gli spacciatori e la malavita organizzata, è già stata ribattezzata la «marijuana legale». E in internet impazzano i siti che spiegano come ricavare lo sballo da quelle erbe essiccate, vendute come profumatori.
In realtà, si tratta di un mix di droghe che contiene anche thc sintetico, ovvero il principio attivo della cannabis, ma quattro volte più potente, spiegano gli esperti. Spice è infatti una sostanza inserita nella categoria delle Smart Drugs, le così dette «droghe furbe», che possono essere vendute liberamente dato che non rientrano nella tabella delle sostanze proibite. A parlare delle nuove droghe ma dei vecchi problemi sociali e fisici legati alla tossicodipendenza, ieri, nell'ambito del congresso della Società italiana di Tossicologia, è stato Giovanni Serpelloni che ha partecipato alla tavola rotonda su «Sostanze d'abuso: impatto sanitario e sociale delle nuove tipologie di consumo e delle Smart Drugs».
«Siamo già in allerta. Questo nuovo principio attivo è tanto più pericoloso in quanto potrà essere venduto liberamente negli smart shop, che ci sono anche sul territorio, sotto forma di prodotto alimentare», ha spiegato Serpelloni, il veronese capo del dipartimento Antidroga della presidenza del Consiglio. «La percezione che ne avranno i ragazzi sarà quindi di una sostanza innocua. Invece, purtroppo gli effetti sono pesanti e in parte ancora sconosciuti», ha proseguito Serpelloni, spiegando che, per ora in Italia sono stati accertati solo alcuni casi sporadici di ritrovamenti di Spice.
Illustrando la potenziale pericolosità della Spice, Serpelloni ha fatto riferimento ad alcuni smart shop, definendoli «negozi in cui vengono venduti dai semi della cannabis ai manuali per coltivarla, da molte altre sostanze a tutti gli accessori per fumare e consumare la droga».
Al fianco delle nuove droghe, anche quelle vecchie continuano a destare preoccupazione. Ad essere consumate in modo massiccio, soprattutto dai giovanissimi, sono cocaina e meta anfetamine. Sostanze pericolose che mischiate a grandi quantità di alcol diventano un cocktail letale. Tanto più considerando che l'età dei consumatori si è abbassata.
Il primo approccio è stimato intorno ai 13 anni. Tra le oltre duemila persone in cura al Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 20 ci sono uomini e donne di tutte le età, dai 15 ai 65 anni. «Tuttavia la fascia d'età più rappresentata è dai 20 ai 28 anni. E se consideriamo che, mediamente, una persona arriva ai servizi a 6, 8 anni almeno dalle prime assunzioni, si ha l'idea di quanto bassa è l'età in cui i giovani hanno le prime esperienze con droga e alcol», spiega Serpelloni. «Verona, è tradizionalmente crocevia di spaccio e dei traffici provenienti dall'estero. E la dispersione sul territorio di parte di questo grosso flusso di transito è inevitabile. L'eroina è ancora presente in modo massiccio. E a questa, si sono aggiunte anche le nuove droghe». Perciò, la tolleranza zero nei confronti degli spacciatori è «fondamentale». «Ma anche chi finanzia anche con pochi euro il traffico, comprando droga, deve sapere che sta finanziando la criminalità».