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News di Alcologia

Statistica curata dall'ISS

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Al via l'Alcohol prevention day, alla luce di quanto emerso da una ricerca nazionale curata dall'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui nove ragazzi su dieci fanno abitualmente uso di alcolici e spesso nel fine settimana sono portati ad alzare il gomito. L'esperienza dell'ubriacatura riguarda il 64% dei maschi e il 34% delle ragazze, anche se ultimamente sono i minorenni a dare maggiore sfogo a questi sentimenti di evasione e di trasgressione.
I minorenni in exploit da fine settimana arrivano a stupire per la quantità ma specialmente per la tipologia di sostanze che mescolano nelle loro serate, al punto da fare si che la loro festa diventi pericolosa per la salute. Sono infatti i superalcolici a predominare, con la birra, anche se in alcuni casi i giovani ricorrono anche al bere il vino. 
La ricerca di cui stiamo parlando si chiama "Il pilota" e fa parte di uno studio arrivato al suo terzo anno di età che descrive le abitudini al bicchiere dei giovani, curato dall'osservatorio nazionale alcologia e dall'istituto superiore di sanità, presentata nel giorno dell'Alcohol Prevention Day 2009 promosso dal Ministero per la salute. 
 Diciamo alcune parole entrando nel merito: dai dati emerge che dopo un periodo di assoluta degenerazione delle abitudini i giovani rientrano nei parametri conosciuti, anche se a stupire sono appunto i minorenni. Complici dell'aumento della tendenza a bere la comunicazione mediatica, gli happy hours e le feste in cui la promozione dell'alcool avviene attraverso forme come i buoni bibita e l'abbassamento estremo dei prezzi delle prime consumazioni, per portare a bere di più in seguito.
Storicamente il dato di quest'anno tocca l'apice dei dati statistici conosciuti fino ad ora, i giovani che bevono, poco o tanto, sono l'86% un dato impensabile contando sia maschi che femmine fino a 20 anni fa. Pubblicità e pressioni sociali sono le cause principali di questo mutamento dei costumi, l'aumento dei tipi di alcolici, dei coctails, della offerta e della disponibilità delle bevande alcoliche, aiuta i giovani a cominciare ad alfabetizzare facilmente, provando le bibite di gradimento, compresse e proposte anche dalle pubblicità e dai lanci di prodotto. Le evidenze sono state fornite dalla RAND Institute incaricata dal Forum per la Salute, per valutare la misura del problema a livello europeo. Le conseguenze di un sovraconsumo di alcolici si traducono a lungo termine in malattia, a breve termine a cattiva qualità della vita e aumento del rischio quotidiano, specialmente sulle strade e al lavoro, rischio che porta a un aumento dell'incidenza della mortalità giovanile e della disabilità giovanile post-traumatica. Dal 2009 anche il vino rientra tra le sostanze consumate, complice la crisi economica ritorna a essere consumato anche dai giovani, il cui consumo avviene, come per gli altri alcolici, con una sacrosanta ritualità di pari dignità a quella del consumo degli stupefacenti. Si valuta che entro il 2015 l'alcolismo sarà secondo solo al cancro per causa di mortalità seguendo il trend attuale. Il consumo medio di alcolici durante la serata è di 4 bicchieri per il maschio e 3 per la femmina, ma in età minore il dato si inverte, con le donne che consumano un bicchiere in più rispetto ai coetanei. Con la maturità le donne diminuiranno di molto il consumo di alcolici, mentre per il maschio si rimane sui 4 bicchieri in media a serata. I giovani cosumano prevalentemente aperitivi e breezer, il 57% consuma la birra, il 43% consuma del vino e il 27% consuma i superalcolici. La tendenza principale però è del consumo misto di polialcolici. Il dato meno confortante emerso dallo studio è che due italiani su dieci si mettono in strada anche se hanno bevuto troppo, nonostante i valori superino il limite consentito dalla legge, una abitudine che è diffusa allo stesso modo in tutto il paese. La regione in cui vengono effettuati più rilevamenti per alcol test è la regione dell'Emilia Romagna. Maggiori informazioni sul sito internet del Ministero alla Salute.