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Stimolanti e "droghe legali", i rischi sul web

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Stimolanti e "droghe legali", i rischi sul web
Nella maggior parte dei casi i prodotti venduti online non contengono ciò che dichiarano: in pericolo la salute.
MILANO- Sul web se ne trovano a volontà. Sono le sostanze stimolanti che gli inglesi chiamano "legal highs": non sono proibite, vengono usate  per andare un po' fuori di testa, si possono acquistare con un semplice clic in miriadi di siti più o meno trasparenti. Il problema è che nascondono parecchi pericoli, al di là della "legalità" sbandierata nel nome: Mark Baron, un tossicologo dell'università di Lincoln in Inghilterra, ha da poco scoperto che la maggioranza dei prodotti in vendita online non contiene quello che promette e anzi, spesso dentro si trovano sostanze illegali e quasi sempre pericolose.
TEST - Baron ha pensato a un test molto semplice. Si è messo davanti al computer e nel giro di un paio d'ore, in pochi clic, ha comprato 7

prodotti su tre siti internet. Le sostanze vendute come "droghe legali" vengono spacciate per prodotti per la ricerca chimica, sali da bagno,

integratori vegetali; dietro questo specchietto per le allodole però è chiaro a tutti che si tratta di sostanze che poi l'acquirente userà

non per farsi un bagno, ma per procurarsi uno "sballo". Tutto sul filo della legalità e del detto e non detto, insomma. Quello che è poco ma

sicuro, stando alle analisi che Baron ha poi condotto sui prodotti acquistati, è che dentro a questa roba non c'è quasi mai ciò che c'è

scritto in etichetta. «In sei prodotti su sette il contenuto era diverso dal "principio attivo" dichiarato - spiega Baron -. Soprattutto,

cinque prodotti su sette contenevano sostanze pericolose come la benzilpiperazina o suoi derivati, mescolati alla caffeina». La

benzilpiperazina, per molti l'alternativa all'ecstasy, non è infatti legale ed è anche molto pericolosa: cocktail di questo farmaco assieme

ad altre sostanze hanno spedito al pronto soccorso più di un ragazzo dopo una notte in discoteca.
PERICOLI - I dati raccolti da Baron, pubblicati su Drug Testing and Analysis , dimostrano che non c'è da fidarsi a comprare "droghe legali"

online: «La sensazione è che il mercato delle droghe legali sia un paravento per smerciare prodotti illegali e rischiosi per la salute - dice

Baron -. I consumatori devono essere consapevoli dei pericoli a cui si espongono acquistando queste sostanze online: l'etichetta o il nome

del prodotto non devono essere considerati "garanzie" di quel che c'è dentro, perché quasi sempre sono ingannevoli. Anche la legge deve

muoversi velocemente: i miei dati dimostrano che il mercato illegale di sostanze trova sempre nuovi canali per vendere i suoi prodotti,

approfittando di ciò che viene ritenuto "legale"». Quanto tutto questo sia pericoloso lo rivela un recente rapporto dei Centers for Diseases

Control di Atlanta, negli Stati Uniti, ripreso anche dal nostro Istituto Superiore di Sanità: fra il 13 novembre 2010 e il 31 marzo 2011

nello Stato del Michigan si sono verificate 35 gravi intossicazioni provocate da prodotti venduti come "sali da bagno" che in realtà

contenevano droghe sintetiche. Una delle vittime è morta, le altre sono state tutte ricoverate per gravi disturbi neurologici,

cardiovascolari e psichiatrici; tutti avevano inalato, ingerito o si erano iniettati i "sali da bagno" acquistati online.
Elena Meli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)