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Nuovi trattamenti cognitivo-farmacologici per la cura della dipendenza

Una recente meta-analisi statunitense compiuta dall’Icahn School of Medicine e la Stony Brook University (USA) ha voluto riassumere i risultati emersi da studi di neuroimaging funzionale sugli effetti degli interventi farmacologici e di terapia cognitiva per la tossicodipendenza, con particolare attenzione ai bersagli neuronali considerati dalle diverse metodiche.Dalla ricerca emerge che aree come il nucleo striato ventrale, una regione coinvolta nel meccanismo della gratificazione, della motivazione e del craving, il giro frontale inferiore e la corteccia orbito-frontale, entrambe regioni coinvolte nel controllo inibitorio del comportamento guidato a uno scopo, sono bersagli comuni degli interventi farmacologici e delle terapie cognitive.

Coerentemente con i modelli teorici, gli studi di neuroimaging dimostrano che gli interventi di terapia cognitiva sono in grado di attivare la corteccia cingolata anteriore, il giro frontale medio e il precuneo, aree coinvolte nel pensiero auto-referenziale, nella capacità di controllo cognitivo e attentivo. Questi dati suggeriscono che gli interventi terapeutici per la dipendenza possono agire sulle strutture cerebrali funzionalmente alterate nelle persone che fanno uso di droga e identificare i potenziali meccanismi neurobiologici attraverso cui l'uso integrativo di interventi farmacologici e cognitivo-comportamentali possono produrre effetti sinergici nella cura alla dipendenza.

Questi risultati potrebbero fornire informazioni aggiuntive nella selezione di nuovi bersagli funzionali utili allo sviluppo di potenziali nuovi trattamenti della dipendenza da droghe.

http://www.droganews.it/news/2032/Nuovi_trattamenti_cognitivo-farmacologici_per_la_c.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)