Stop all'alcol dopo le 2: deciderà la Consulta
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L'ALCOL delle discoteche ubriaca di più di quello dei bar e pub? Secondo il legislatore del 2007 sembra proprio di sì. E allora si tratta di una scelta «irragionevole» e soprattutto lesiva di due principi costituzionali: quello all'articolo 3 sull'uguaglianza di trattamento di situazioni uguali e quello all'articolo 41 sulla libertà dell'iniziativa economica privata. Il dubbio di legittimità costituzionale del decreto Bianchi dell'agosto 2007 (poi convertito in legge in ottobre) laddove ha imposto «ai locali che effettuano spettacoli o altre forme di intrattenimento» il divieto di somministrare alcol dopo le due, è stato sollevato dal giudice Giangiacomo Lacentra il quale ha provveduto a inviare gli atti di causa alla Corte Costituzionale, notificandoli anche, come vuole la legge, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai presidenti dei due rami del Parlamento. L'eccezione di legittimità costituzionale era stata sollevata, negli esatti termini accolti, dall'avvocato Gianluca Alni, il legale che tutela gli interessi della discoteca BBK sanzionata dal Prefetto nel settembre scorso, con la chiusura per 14 giorni per aver somministrato alcol, una notte del giugno precedente, oltre l'orario consentito. Contro il provvedimento sanzionatorio del Prefetto aveva fatto opposizione a suo tempo l'avvocato Alni affrontando sia questioni di merito sia di contrasto con i principi costituzionali. Dopo due udienze istruttorie, si è giunti alla decisione depositata in questi giorni in cancelleria.
Il giudice Lacentra evidenzia in prima battuta l'impossibilità di una interpretazione «costituzionalmente orientata» della nuova norma «considerata la inequivocabilità e perentorietà del dato testuale». Per quanto concerne la fondatezza della questione sollevata dall'avvocato Alni, il giudice sottolinea come la norma «persegua in modo irragionevole l'obiettivo di tutelare il bene giuridico della sicurezza stradale» e quindi della incolumità delle persone posto che il divieto di somministrazione dell'alcol riguarda solo alcune categorie di locali pubblici e non la loro generalità. Scrive il giudice: «Nel caso di specie la sede della società ricorrente è posta in una località balneare ove risultano esservi moltissimi altri esercizi pubblici con licenze per la somministrazione di bevande alcoliche che non sono soggetti alle limitazioni imposte dalla norma in esame, non effettuando spettacolo o altre forme di intrattenimento». Il provvedimento prende poi in considerazione la «violazione delle norme per la tutela della concorrenza e del mercato introdotte nel nostro sistema giuridico con la legge del 10 ottobre 1990 n. 287 in attuazione dell'articolo 41 della Costituzione»: da cui l'ipotesi di incostituzionalità anche sotto questo profilo. In attesa della pronuncia dei giudici della Consulta, il ricorso del BBK rimane sospeso.
La decisione dei giudici di piazza del Quirinale rischia comunque di giungere dopo la probabile modifica della norma in questione. Proprio recentemente infatti in commissione alla Camera, durante l'esame del disegno di legge Comunitaria per il 2009, è stato approvato un emendamento del leghista Gianluca Pini che in sostanza elimina il divieto di vendere alcolici dopo le due, fissando solo lo stop alla somministrazione mezz'ora prima della chiusura del locale. Il disegno di legge dovrà poi essere esaminato dal Senato.