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News di Alcologia

Stordirsi d'alcol sfiorando la morte: riflessioni sul bere giovanile

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di Germana Consalvi
In una giornata contrassegnata da un altro lutto italiano in Afghanistan e dal botta e risposta ossessionante intorno alla

nuova indagine dei magistrati che coinvolge il presidente del Consiglio, finisce quasi in sordina la notizia che in Lombardia

una ragazza minorenne è stata a un passo dal coma etilico dopo un "chupito" di troppo, un drink a base di rum e di succo di

frutta da bere tutto d'un fiato.
Sappiamo tutti, under 18 compresi, che per legge l'alcol non può essere venduto ai minorenni. Però la norma deve essere di

difficile applicazione se per tanti, troppi giovanissimi è piuttosto semplice comprarsi tutti i drink che vogliono e possono

permettersi. Dall'altra parte, è pur vero che sempre più spesso i minorenni e soprattutto le minorenni sembrano molto più

grandi della loro vera età. E, in buona fede, dietro al bancone capiterà spesso di esser certi di servire giovani clienti

"adulti". Però, sinceramente, quanti sono così ligi alla norma e chiedono documenti in caso di dubbio? Lo stesso dicasi per

le sigarette, la cui vendita è vietata ai minorenni.
Il buon bere è piacere, conoscenza, gusto, dedizione. Stordirsi d'alcol è un'altra cosa. È la brutta piega che troppe persone

prendono per combattere la noia, cosa pesantissima soprattutto quando ciò riguarda i giovani; è un malinteso senso di gruppo

anche per quegli adulti che vanno avanti ad oltranza bicchiere dopo bicchiere con l'alibi collettivo di «un giro per

chiudere»; è un segno di debolezza e di degrado, perché fa perdere il pieno controllo di sé e può mettere a repentaglio l'

incolumità altrui.
Ed è un eccesso che incrina l'amore: un recente studio scientifico, pubblicato su "Alcoholism: Clinical & Experimental

Research", sottolinea che la dipendenza dagli alcolici influisce sia sul ritardo a convolare a nozze che sulla durata di una

unione. A 15 anni queste paure sono lontane, perché giustamente a tutto si pensa tranne che a sposarsi, ma già a quest'età

iniziano contatti "ravvicinati" con l'altro sesso e le figuracce sono in agguato quando in corpo c'è più Bacco che Eros.
Bisognerebbe fermarsi e pensare. Un involontario "testimonial" è apparso domenica sera. Le telecamere di Canale 5 hanno a

sorpresa inquadrato impietosamente il volto di Francesco Nuti, svelandone la condizione di forte fragilità. Una ripidissima

strada in salita per l'attore e regista toscano passato da una stagione di successo (cinematografico e sentimentale) a quella

della pesante dipendenza dall'alcol, della depressione, fino al coma in cui finì dopo una brutta caduta. Un doloroso

collegamento, un atterraggio brusco con la realtà e con le conseguenze degli eccessi che, come la "livella" del filosofo Totò

insegna, non risparmiano nessuno.