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Studio sui ratti conferma la pericolosità dell'acol

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Alcol, i guasti sui giovani topi
Devastanti effetti sugli esemplari adulti


di Massimo Galli


I ratti confermano la pericolosità dell'alcol per l'essere umano. Nell'ambito del progetto europeo AlcoBinge, che studia le conseguenze a lungo termine degli alcolici sulla popolazione giovanile, i ricercatori dell'Inserm (Istituto nazionale francese della ricerca medica) si sono avvalsi di ratti adolescenti.


Così, fra 30 e 40 giorni dopo la loro nascita, questi piccoli roditori sono stati sottoposti a dosi massicce e regolari di alcool.


Per constatare i danni di questo trattamento si è atteso che i ratti diventassero adulti. È emerso che, più l'alcolismo era precoce in età giovanile, più si sviluppavano dipendenze incontrollabili. Messi in condizione di scegliere liberamente, alcuni ratti raggiungevano livelli di consumo quotidiano che andavano da 4 a 5 grammi di alcool puro per chilogrammo.


Ripetute intossicazioni in età adolescenziale, nel momento in cui il cervello non ha ancora terminato la sua maturazione, comportano una perdita di controllo nel consumo da adulti e sono all'origine di cambiamenti neurologici a lungo termine. E questo avviene proprio mentre tra i più giovani si diffondono nuove mode di consumo sfrenato. Una di esse prende il nome di binge drinking e viene dai paesi anglosassoni e scandinavi. Consiste nel bere molto, in breve tempo, per arrivare subito all'ebbrezza. Un comportamento che, oltre a determinare il rischio di coma etilico, danneggia irrimediabilmente il cervello.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)