Subito all'asta l'auto di chi viene sorpreso ubriaco
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di Vera Schiavazzi
Guidi ubriaco? Di' addio alla tua auto, e preparati a rivederla per le strade della città guidata da qualcun altro. Dopo Pinerolo, anche a Torino l´auto di chi viene sorpreso a guidare con un tasso alcolico nel sangue superiore a 1,5 grammi per litro verrà venduta su ordine dell´autorità giudiziaria, senza attendere la condanna definitiva. La misura, che può apparire choccante ma che in realtà tutela perfino i colpevoli, fa parte del nuovo progetto della Procura di Torino in questo settore, il primo ad avviarsi in una grande città, e diventerà operativa all´inizio del 2010.
Con risparmi molto rilevanti e, potenzialmente, anche con notevoli incassi per l´erario, che però disporrà definitivamente del denaro solo alla fine del giudizio. Ogni settimana infatti polizia stradale e altre forze dell´ordine bloccano in città e nei dintorni almeno quindici automobilisti che hanno bevuto davvero troppo: con 1,5 grammi per litro di alcol nel sangue, infatti, non solo non si è in grado di controllare il proprio mezzo, ma ci si rende colpevoli del grado più grave tra quelli previsti dal codice della strada e resi ancora più severi dal decreto del maggio 2008: un´ammenda tra i 1.500 e i 6.000 euro, l´arresto tra i sei mesi e un anno, la sospensione della patente tra uno e due anni e il sequestro del veicolo, che si trasforma in confisca quando la sentenza è definitiva.
Almeno 800 auto l´anno, dunque, fino ad oggi finivano custodite in depositi privati convenzionati. In teoria, pagare il 'parcheggio forzato´ toccava e tocca agli indagati per guida in stato di ebbrezza, ma si tratta di un debito non facile da recuperare. Soprattutto, i tempi non brevi di questo genere di processi (fino a sei anni dal momento del sequestro all´eventuale sentenza di Cassazione) facevano sì che le automobili dei torinesi colpevoli di aver alzato il gomito - spesso nuove, seminuove o anche lussuose - si trasformassero in ferrivecchi. Una volta definitivamente condannato (le assoluzioni in secondo grado o in Cassazione sono molto rare per casi come questi, perché il tasso alcolico viene misurato due volte con kit diversi e costituisce una prova difficilmente contestabile), l´automobilista si ritrovava così, oltre che con le ammende da pagare e il costo del deposito, anche con la necessità di demolire a proprie spese un´auto ormai inservibile.
Ora l´ufficio 'auto confiscate´ della Procura, un gruppo trasversale del quale fanno parte a turno numerosi pubblici ministeri, ha studiato il 'modello Pinerolo´ e ha deciso di adottarlo, adeguando le procedure ad una realtà assai più grande e complessa come quella torinese. Che cosa accadrà in concreto? L´auto sequestrata finirà in deposito, ma fin dalle prime indagini il pubblico ministero responsabile del fascicolo potrà, salvo casi particolari, firmare un 'decreto di vendita´.
Un perito tra quelli che già si occupano di aste giudiziarie stabilirà il suo valore, e, periodicamente, si terranno le vendite aperte a tutti, con probabili buoni affari per chi si aggiudicherà le macchine più belle. Il denaro ricavato - in media, non meno di 4.000 euro per ogni sequestro - verrà depositato su un conto corrente ad hoc e conservato fino alla sentenza definitiva, per un periodo variabile tra i due e i sei anni. In caso di condanna, il denaro finirà all´erario: potenzialmente, una volta a regime, almeno due o tre milioni di incassi annuali.
Un incasso ancora piccolo se paragonato al costo sociale altissimo degli incidenti stradali in Piemonte, che oggi pesano per l´1,06% del pil regionale sulla comunità, per un totale di un miliardo e 100 mila euro l´anno. Ma anche un segnale di efficienza e di semplificazione nella macchina della giustizia, che risolve almeno un aspetto di un reato molto diffuso. I pochi e fortunati assolti, invece, potranno recuperarlo, e ritrovarsi senz´auto sì ma con una somma corrispondente al valore effettivo della propria macchina al momento del sequestro, consolazione non piccola e alternativa decisamente migliore alla rottamazione.