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Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA): uso di sostanze in gravidanza

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Uso di sostanze in gravidanza: necessario sensibilizzare le future madri

Le donne in gravidanza che fanno uso di sostanze stupefacenti aumentano la probabilità di causare danni alla propria salute e a quella del nascituro. Da tempo infatti è noto che la placenta non protegge il feto da sostanze tossiche quali la cocaina, gli oppiacei, il tabacco, la marijuana e le amfetamine. Se queste droghe vengono assunte durante la gravidanza, possono passare attraverso il cordone ombelicale ed entrare nel circolo sanguigno del feto, con probabili effetti negativi sul nascituro. Alcune di queste droghe possono essere causa di basso peso alla nascita e di nascita prematura. Alcuni neonati inoltre possono soffrire di crisi d’astinenza, di deficit cognitivi e comportamentali.
I dati di un’indagine nazionale americana promossa dal Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), indicano che il consumo di droghe in gravidanza varia in base all’etnia delle madri.
Lo studio su un campione di donne incinte di diversa etnia e di età compresa tra i 15 e i 44 anni, è stato condotto attraverso interviste faccia a faccia. Dai dati raccolti è emerso che la sostanza più utilizzata in gravidanza è rappresentata dalle sigarette. In particolare, le donne caucasiche e le donne di colore hanno fumato più sigarette nell’ultimo mese (rispettivamente 21,8% e 14,2%) rispetto alle future madri di origine ispanica (6,5%). L’alcol è la seconda sostanza più abusata: l’uso negli ultimi 30 giorni è stato minore per le donne ispaniche (7,4%), rispetto alle afro-americane e alle caucasiche (12,8% e 12,2% rispettivamente). Infine, le donne di colore si sono distinte per un consumo di droghe illegali significativamente maggiore (7,7%) rispetto a quelle di razza caucasica (4,4%) ed ispanica (3,1%).
Il consumo di sostanze psicoattive e psicotrope in gravidanza e le chiare conseguenze negative che ciò comporta per il nascituro evidenziano la necessità di un intervento in ambito sanitario volto a sensibilizzare la popolazione femminile su questi temi e ad aumentare la consapevolezza relativa ai gravi rischi per la salute di madri e figli.

 (Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)