338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Suicidio: fattori di rischio e trend in aumento

cufrad news alcologia alcol alcolismo Suicidio: fattori di rischio e trend in aumento

Escalation di suicidi. Intervista alla psicologa Arianna Cristiano

questi giorni assistiamo preoccupati al verificarsi di casi di suicidio che sembrano essere sempre più in aumento e che i mass media mettono in diretta correlazione con la crisi economica. È veramente così? Altre domande si affacciano nella nostra mente: chi o cosa, come e perché si arriva a questa tragica soluzione? I familiari, le istituzioni possono in qualche modo prevenire? A chi rivolgersi quando compaiono segnali di una certa fatica del vivere? Lo abbiamo chiesto ad un’esperta la psicologa Arianna Cristiano, che da anni lavora nel nostro territorio e che collabora con associazioni che si occupano di persone che vivono situazioni di estremo disagio.

Dottoressa Cristiano ma è davvero la crisi economica a provocare l’aumento dei casi di suicidio?
Per rispondere credo si debba partire dai numeri. Il rapporto Istat (2010) relativo ai suicidi e tentati suicidi, smorza l’allarme e relativizza il peso dei fattori economici. In Italia su 3048 suicidi, solo 187 sono avvenuti per motivi economici, mentre 1142 per motivi legati a malattie (di origine psichica nella maggioranza dei casi), 324 per ragioni affettive, mentre un caso su tre rimane senza causa presunta.

Ma quali potrebbero essere le motivazioni che inducono una persona al suicidio?
Le motivazioni che spingono ad un gesto così estremo sono diverse ma tutte connesse ad una fragilità strutturale del soggetto. L’atto suicida può essere una fuga da una situazione sentita come insopportabile, di fronte alla quale in una “visione a tunnel” il soggetto non vede nessuna altra alternativa, è la disperazione. Può essere un gesto di espiazione rispetto a delle colpe che la persona si attribuisce, può rappresentare il ricongiungimento con una persona cara che è morta, può addirittura rappresentare l’unica maniera di rispondere alle continue richieste di adattamento che la vita pone. Quest’ultimo significato, paradossale nella sua essenza, appartiene soprattutto ai giovani che tentano o commettono tale gesto. Questi infatti, portatori di ideali, di speranze, di sogni, nell’incontro con la realtà che richiede talvolta rinunce ,altre volte la capacità di cambiare, di venire a patti con essa, possono vivere un sentimento di frustrazione talmente grande, che la morte diventa l’unica soluzione di fronte ad una vita dove ogni cambiamento è fonte di minaccia. Parliamo di identità fragili ed è evidente che il ruolo della famiglia è determinante sebbene non sia l’unica variabile della personalità.

In che modo il ruolo della famiglia è determinante?
La famiglia rappresenta l’origine, la radice da cui prendiamo la vita, e si sa solo se le radici sono salde l’albero cresce e sopravvivendo alle mille prove della natura, potrà vivere e prendere il suo spazio nel mondo. Oggi i genitori tendono a essere ansiosi, insicuri, sempre pronti ad accontentare i figli in ogni minima richiesta, incapaci di vestirsi di autorevolezza, di saper pronunciare quei famosi no che aiutano a crescere, e se la radice è debole l’albero non può ricevere la linfa per la sua crescita, si ammala cioè in maniera strutturale.

Che ruolo ha la società?
La nostra cara “società del benessere”sembra ammalata di infelicità. Esistono altre forme di suicidio, più silenti ma allo stesso modo allarmanti. Si tratta di quelle persone che la vita la rifiutano lentamente, giorno dopo giorno, anestetizzandosi con la droga o con l’alcool.
Oggi i modelli culturali alimentano l’illusione di raggiungere la felicità attraverso il possesso di qualcosa, che sia l’auto, un corpo perfetto, una posizione sociale, soldi, potere… se non hai non sei degno di stima, sei un fallito; se non hai non sei!
Sono questi i tempi dell’effimero, come dicono i filosofi, delle relazioni “liquide” senza vincoli, che puntano alla soddisfazione contingente, senza impegno, relazioni che basta un click per cancellare. Bauman nel suo libro “Consumo dunque sono” paragona i rapporti che abbiamo con le persone a quello che abbiamo con le cose , dove tutto è “usa e getta”. E poiché il desiderio profondo di ogni essere umano è amare ed essere amato ed accettato così come si è, tutto ciò genera insoddisfazione, insicurezza, solitudine, angoscia, disperazione.

 


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.internapoli.it/28535/escalation-di-suicidi-intervista-alla-psicologa-arianna-cristiano

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)