Svizzera: dichiarata guerra alle Happy Hour
Svizzera: dichiarata guerra alle Happy Hour
Con la nuova legge federale sull'alcol, le serate Happy Hour nei bar potrebbero essere vietate venerdì e sabato sera. Il
progetto non soddisfa però né l'istituto di prevenzione dell'alcolismo, né gli esercenti.
"Happy Hour", "Ladies Nights", "due per uno"... Le denominazioni sono molte, ma il senso è sempre lo stesso: poter consumare
bevande alcoliche a un prezzo relativamente contenuto.
Attualmente queste offerte 'civetta', che fanno furore soprattutto nei principali centri urbani, sono consentite per bevande
come birra o vino sette giorni su sette senza alcuna limitazione. Per i superalcolici sono invece state vietate già negli
anni '80.
Il governo vorrebbe ora cambiare parzialmente rotta. Il progetto di revisione totale della legge sull'alcol, posto in
consultazione sino a fine ottobre 2010, prevede infatti di vietare le Happy Hour il venerdì e il sabato dalle 21 alle 9 del
giorno seguente.
L'obiettivo è naturalmente di "ridurre l'incentivazione mirata al consumo di alcol nei fine settimana", si legge nel rapporto
del governo. Un consumo che tra i diciannovenni, come emerso da uno studio del Centro ospedaliero vodese, esplode soprattutto
venerdì e sabato sera, passando da 0,66 consumazioni (1 dl di vino, 2,5 dl di birra o 2,5 cl di superalcolici) durante la
settimana a 4,7.
"Un compromesso troppo minimalista"
Questa proposta di modifica legislativa non piace però a Dipendenze Info Svizzera (l'ex Istituto di prevenzione
dell'alcolismo e altre tossicomanie), che ha chiesto un divieto puro e semplice delle Happy Hour.
"Il compromesso proposto dal governo è troppo minimalista per poter essere accettato", sottolinea Michel Graf, direttore di
Dipendenze Info Svizzera.
"Certo, i picchi di consumo si raggiungono venerdì e sabato sera - prosegue Graf. Negli ultimi anni, però, i weekend si sono
allungati e il giovedì, ad esempio, è diventato un momento festivo. Inoltre, prima delle nove di sera sarà ancora possibile
organizzare delle Happy Hour e temiamo perciò che queste promozioni continueranno a provocare danni".
Fuori bersaglio
Di tutt'altro avviso invece Gastrosuisse, secondo la quale la revisione condurrebbe a una "limitazione sproporzionata della
libertà dei clienti e dell'industria e del commercio", scrive l'organizzazione in una nota.
E soprattutto mancherebbe completamente il bersaglio: "Il consumo smisurato di alcol tra i giovani, che tanto preoccupa la
nostra società, ha poco a che vedere con il settore alberghiero e della ristorazione", poiché avviene quasi sempre in "spazi
liberi", sottolinea l'associazione mantello degli esercenti svizzeri.
"Basta uscire un po' per rendersi conto che oggi il modo di consumare alcol tra i giovani non è sicuramente quello di dieci
anni fa", osserva dal canto suo Laurent Terlinchamp, presidente della Società degli esercenti del canton Ginevra. "La maggior
parte dei giovani non beve per far festa ma per raggiungere uno stato quasi comatoso e ciò avviene raramente negli esercizi
pubblici".
Laurent Terlinchamp considera la proposta "troppo semplicistica". "Ancora una volta abbiamo la sensazione che gli esercenti
siano presi come capri espiatori. Se l'idea che sta dietro a questo disegno di legge è che il prezzo di una consumazione può
incitare parte della popolazione a bere di più bisogna intervenire a monte. L'alcol può essere acquistato in ogni
supermercato a prezzi ben più bassi rispetto a quelli praticati nei bar e nei ristoranti".
Intervenire a monte
"È vero che il luogo della festa si è in parte spostato, soprattutto per i giovani di età compresa grossomodo tra i 16 e i 20
anni. D'altro canto però è innegabile che l'attrattiva degli esercizi pubblici aumenta in maniera sensibile grazie a queste
serate promozionali", risponde Michel Graf.
Il direttore di Dipendenze Info Svizzera è comunque d'accordo con Terlinchamp nell'affermare che il problema si situa
soprattutto a monte.
"Nella nostra presa di posizione abbiamo precisato che le regole concernenti le offerte promozionali vanno applicate anche
nei negozi. Oggi grazie alle azioni si trovano bevande alcoliche a prezzi veramente derisori".
In Svizzera è possibile, ad esempio, trovare bottiglie da 0,7 litri di vodka a un prezzo attorno ai 10 franchi, di cui quasi
9 coprono l'imposta sulle bevande distillate e l'imposta sul valore aggiunto. Il costo di produzione del contenuto e della
bottiglia ammonta quindi a poco più di un franco.
Attualmente la legislazione in vigore vieta la vendita di bevande superalcoliche a prezzi che non coprono i costi. Nel
progetto di revisione, il governo non ha però voluto introdurre né un prezzo minimo o un sistema di tasse d'incentivazione,
né aumentare l'imposta sulle bevande spiritose, in particolare adducendo ragioni giuridiche e di distorsione della
concorrenza.
Quindi in sostanza si continuerà come ora. "La prima misura che avremmo voluto vedere introdotta era un prezzo minimo. Se ciò
non è possibile per ragioni giuridiche vi sarebbe stata la possibilità, ad esempio, di introdurre tasse d'incentivazione in
funzione del tasso alcolico. Tutto ciò è stato spazzato via e l'unico piccolo provvedimento è stato di vietare le Happy Hour
il venerdì e il sabato", osserva Michel Graf.
"Apparentemente la legge dovrebbe definire meglio cosa significa vendere una bevanda alcolica a un prezzo che non copre i
costi e estendere il divieto a tutti gli alcolici e non solo ai liquori. Tuttavia nutriamo seri dubbi sull'efficacia di una
simile misura. Personalmente non conosco nessun importatore o negoziante che vende i suoi prodotti senza guadagnare
qualcosa".
Daniele Mariani, swissinfo.ch