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Tabagismo: in Italia si fuma meno, complice la crisi?

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In Italia si fuma meno, complice la crisi?

La crisi scoraggia gli amanti delle bionde. Secondo il Rapporto Italia 2012 diffuso oggi dall'Eurispes, più di un italiano su 3 continua a

fumare (35,5%), ma i tabagisti incalliti rappresentano la netta minoranza (meno del 2% arriva a bruciare più di un pacchetto al giorno) e i

non fumatori sono il 63,8%.
Quello sui non fumatori è un "dato sicuramente in salita rispetto al passato - rileva l' istituto di ricerca - per una serie di ragioni che

possono intuitivamente essere riassunte in un' attenzione maggiore ai danni provocati dal fumo", in particolare "il tumore ai polmoni, e in

un rifiuto a spendere eccessivamente per un bene che, oltre ad essere nocivo per la salute, subisce continui rincari che pesano sulle tasche

degli italiani, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo che invita alla parsimonia e all' oculatezza nelle spese".
In Italia, dunque, i non fumatori sono quasi i due terzi. "Il restante terzo - scrive l'Eurispes - si divide tra chi, pur non avendo il

vizio, ne gradisce una ogni tanto (10,4%), chi fuma meno di mezzo pacchetto al giorno (8,9%) e chi supera le 10, ma non le 15 sigarette

quotidiane (8,2%). I fumatori più accaniti consumano invece circa un pacchetto al giorno nella misura del 6,1%, e soltanto l' 1,9% ammette di

non riuscire a soddisfare il proprio fabbisogno quotidiano di nicotina con 20 sigarette in un giorno". Quanto all'età del fumatore-tipo

italiano, "la propensione al fumo si registra in misura maggiore tra le fasce d'età più giovani, dai 18 ai 34 anni".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)