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Tablet: un utente su due rischia la web-dipendenza

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Tablet: un utente su due rischia la web-dipendenza

Chi soffre della "'Internet Addiction Disorder'' se non può connettersi soffre, diventa irritabile fino a stati di agitazione o depressione.
Roma - Un giovane su due (53%) che acquista un tablet è potenzialmente a rischio di sviluppare una web-dipendenza. Lo afferma uno studio curato dall'Esc Team, centro specializzato nella cura delle dipendenze dal web. Questa dipendenza, chiamata ''Internet Addiction Disorder'', è una condizione caratterizzata da un forte e insistente desiderio di connettersi al Web.

Chi ne soffre, spiegano gli esperti, ''aumenta progressivamente il tempo in rete tanto da compromettere la propria vita reale; se non può connettersi soffre, diventa irritabile fino a stati di agitazione o depressione''.

Lo studio ha intervistato più di mille persone di Milano e provincia, in coda dai rivenditori per valutare l'acquisto di un tablet, che proprio per la sua trasportabilità si presta a maggiori tempi di connessione. ''E' risultato che il 53% degli intervistati è potenzialmente a rischio'', spiega l'indagine, contro il 40% ''di chi sta sul web nel tempo libero'' con un Pc. Inoltre, ''il 72% delle persone a rischio di sviluppare dipendenza non ne è consapevole e non giudica negativamente il proprio comportamento''.

I più a rischio di tutti (79%) sono i giovani che fanno addirittura code davanti ai negozi, ore prima della sua apertura, per essere tra i primi ad acquistare un tablet. ''Il profilo a maggiore rischio è il maschio tra i 30 e i 34 anni - prosegue lo studio . Le femmine sono solo l'11,32% del totale ma risultano le più inconsapevoli: il 90% delle intervistate con comportamento a rischio di dipendenza non ne è a conoscenza''.

Gli esperti sottolineano anche che ''il 13% degli intervistati è connesso per 12 o più ore al giorno: in base ai parametri internazionali, il comportamento a maggiore rischio è lo stare connessi 5 o più ore al giorno del tempo libero''..


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)