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Tecniche di neuroimaging al servizio delle dipendenze: domande e risposte

Tecniche di neuroimaging al servizio delle dipendenze: domande e risposte

1. Perché le tecniche di neuroimaging sono un ausilio insostituibile per lo studio della struttura e della funzionalità del

cervello?
Lo studio dell'organizzazione strutturale e funzionale del cervello ha profonde implicazioni in varie discipline scientifiche

poiché rappresenta un potenziale diagnostico di estrema importanza. In particolare, con l'introduzione in ambito clinico

della Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), si è giunti alla verifica delle precedenti teorie sul funzionamento cerebrale. L'

imaging con RM è diventato lo strumento di elezione per lo studio morfologico e anatomo-funzionale ad alta risoluzione dell'

encefalo, per le sue caratteristiche di assoluta non invasività e la mancanza di radiazioni ionizzanti. Rappresenta inoltre

una metodica in continua evoluzione, con la possibilità d'utilizzo di tecniche avanzate (ad esempio la spettroscopia ad

idrogeno e il tensore di diffusione) per l'analisi dell'ultrastruttura e del metabolismo cerebrale grazie ad apparecchiature

di RM ad alto campo magnetico. Le tecniche avanzate di RM permettono infatti di visualizzare con altissima precisione e

dettaglio anatomico, eventuali anomalie del tessuto cerebrale non solo dovute alla presenza di danni strutturali (lesioni o

displasie corticali), ma anche legate ai meccanismi di interazione biochimica e biofisica delle cellule nervose. Le nuove

tecniche di RM consentono di valicare le frontiere dell'imaging puramente morfologico e permettono di indagare l'ambito

metabolico-funzionale: in particolare con apparecchiature ad alto campo si ottengono dati sul metabolismo cerebrale

(Spettroscopia Multinucleare o MRS), sulla perfusione (Imaging di perfusione o PWI, quest'ultimo mediante tecnica di Arterial

Spin Labelling, che fornisce risultati quantitativi anche senza mezzo di contrasto), sull'orientamento e distribuzione

tridimensionale dei fasci e fibre della sostanza bianca ed infine sulla funzione cerebrale,
2. Quali sono le apparecchiature ad alto campo maggiormente utilizzate?
Il Tesla è l'unità di misura dei campi magnetici. Le comuni apparecchiature RM possiedono campi magnetici di 0.5-1.5 Tesla.

Gli scanner moderni considerati a campo alto o ultra-alto autorizzati allo studio clinico e diagnostico sull'uomo raggiungono

i 3.0 - 4.0 Tesla e, di recente i 7.0 Tesla. Per lo studio clinico e sperimentale presso l'U.O. di Neuroradiologia (A.O.U.I.

di Verona) utilizziamo un'apparecchiatura RM ad alto campo 3.0 Tesla.
3. Quali sono state le applicazioni cliniche a Verona?
Le principali applicazioni cliniche svolte presso l'U.O. di Neuroradiologia (A.O.U.I. di Verona) riguardano in particolare:la

pianificazione pre e post chirurgica in pazienti con tumori cerebrali: vengono identificate rispettivamente mediante tecnica

di RM funzionale (fMRI) e tensore di diffusione (DTI) la localizzazione topografica di aree "eloquenti" (esempio aree visive,

motorie, sensitive e della funzione verbale) e la disposizione tridimensionale dei fasci di fibra della sostanza bianca

vicine all'area di resezione chirurgica. La diagnostica delle lesioni cerebrali per la tipizzazione e la definizione del

grading tumorale. L'attivazione corticale durante esecuzione di compiti cognitivi in pazienti con malattia d'Alzheimer,

disturbi psicotici come la schizofrenia, o il disturbo bipolare. L'analisi ad alta definizione della struttura corticale nei

pazienti affetti da epilessia. L'attivazione corticale della funzione motoria in pazienti con infarti cerebrali (stroke) per

la determinazione delle abilità vicarianti e residue. Per le dipendenze, anche lo studio delle aree corticali coinvolte nel

comportamento assuntivo.