338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Tecnologie e dipendenze: il fenomeno dell"I-dosing"

Tecnologie e dipendenze: il fenomeno dell"I-dosing"

Droga e tecnologia. Due mondi fortunatamente molto diversi. Due mondi accomunati però dall'elemento novità che in essi si

rincorre ossessivamente. Due mondi che ora, tra voci che si rincorrono sottobanco e presunte bufale, addirittura si

incontrano.
I-dosing lo chiamano, droga in cuffia. Suoni scaricabili dal web che, assunti in un modo particolare, fanno entrare in

trance. La nuova moda arriva dagli Usa, ed ha iniziato a destare particolare attenzione dopo gli allarmi lanciati da una

catena televisiva, e che hanno acceso l'interesse anche delle agenzie europee per il controllo delle tossicodipendenze, a

partire dall'ente interministeriale francese di lotta alla droga. Il caso emblema di tutta la vicenda è quello di alcuni

studenti statunitensi scoperti in stato di evidente alterazione durante le lezioni, nonostante non avessero assunto nè

stupefacenti nè alcol.
A provocare lo sballo dei ragazzi l'ascolto di file musicali, che contengono sequenze binaurali con frequenze diverse tra un

orecchio e l'altro. Niente di nuovo in realtà perché già nel 1800 era stata messa a punto una tecnica che consentiva un

effetto ipnotico sul cervello attraverso l'alterazione di onde cerebrali. Le vicende di cronaca e gli studi in merito

raccontano di un uso sempre più frequente di questa nuova tipologia di droga.
I video che su Youtube testimoniano le gesta della droga in cuffia aumentano a dismisura, e con essi la preoccupazione degli

esperti poiché al momento non è stata approntata alcuna forma di controllo per tale pratica e nessuno impedisce ai ragazzi

che ne fanno uso di fare attività che, in stato di alterazione, possono diventare pericolose, come ad esempio guidare. Non

tutti però sono concordi sulla reale efficacia dell'I-dosing.
Alcuni specialisti la considerano una semplice illusione sonora la cui capacità di indurre dipendenza non è stata per nulla

dimostrata. La questione rimane quindi più che aperta e si attendono gli sviluppi di alcuni studi a campione sulla

popolazione studentesca americana. Nel frattempo se vi va di ascoltare un po' di musica vi consigliamo la cara, vecchia e più

sicura Nilla Pizzi, con le sue " rose rosse". Farà pur dormire ma almeno niente sballo.
Katiuscia Provenzani