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Tele-dipendenza: caratteristiche, effetti, rischi

Tele-dipendenza: caratteristiche, effetti, rischi

TELE-DIPENDENZA

Anche se non invasiva da un punto di vista chimico, la tv dà luogo ad assuefazione e a danni psicologici non meno di una qualsiasi altra droga. L'esperienza televisiva consente di entrare in uno stato mentale piacevole e passivo che rinvia le preoccupazioni e le ansie della realtà così come quando si fa un “viaggio” con le droghe chimiche.


“One nation under God has turned into one nation under the influence of one drug: Television, the drug of the Nation Breeding ignorance and feeding radiation...” (“Televisione, la droga della nazione, alimenta l'ignoranza e diffonde radiazione...”) Disposable Heroes of Hiphoprisy, “Hipocrisy is the Greatest Luxury”, 1992


DROGHE ELETTRONICHE
Droghe pervasive, ultrapotenti, in grado di plasmare le menti senza la necessità di introdurre nel sistema nervoso dell'utente sostanze chimiche. Droghe ad alta tecnologia che instillano nella coscienza una realtà alternativa. La prima di queste nuove droghe elettroniche è stata la televisione. Anche se non invasiva da un punto di vista chimico, la tv dà luogo ad assuefazione e a danni psicologici non meno di una qualsiasi altra droga. L'esperienza televisiva consente di entrare in uno stato mentale piacevole e passivo che rinvia le preoccupazioni e le ansie della realtà così come quando si fa un “viaggio” con le droghe chimiche. L'abitudine alla televisione distorce il senso del tempo, indebolisce i rapporti umani riducendo e talvolta eliminando le occasioni per parlare e comunicare. La televisione è la droga “par excellence” della società del dominio, uno strumento di coercizione, di lavaggio del cervello e di manipolazione poiché induce nel telespettatore uno stato di trance che è il punto di partenza per bombardare l'inconscio dell'utente con tutta una serie di ripetuti messaggi più o meno subliminali. È la realtà da incubo che George Orwell, Marshall McLuhan, Wyndham Lewis e altri avevano previsto: la creazione di un pubblico-zombie, immerso nelle immagini-spazzatura, nei discorsi-spazzatura, nei mediaspazzatura, nella politica cripto-fascista, condannato ad una vita tossica a basso livello di consapevolezza, assuefatto a determinati schemi di comportamento.


THE ADDICTION
Nel campo degli studi sulla comunicazione di massa, la teoria della dipendenza è stata proposta per la prima volta da S. Ball-Rokeach e M. deFleur nel 1976, in un articolo comparso sulla rivista “Communication Research”. Si tratta di un approccio “a largo spettro” che prende in considerazione il sistema di relazioni che regola i rapporti tra le audiences, i media e il sistema sociale nel senso largo del termine. Il concetto-base della teoria è l'esistenza di un rapporto di dipendenza tra il pubblico e il sistema dei media: più l'audience dipende dai massmedia per l'informazione, più una società si trova in uno stato di crisi e instabilità, e maggiore sarà il potere dei media di influenzare l'opinione pubblica. Il tipo di dipendenza determina il grado di potere dei media in una certa situazione e in rapporto a determinate variabili. Questa relazione di dipendenza varia a seconda del numero e del tipo di informazioni fornite in relazione ai bisogni del pubblico. Se ad esempio per un gruppo o individuo è fondamentale il divertimento e la televisione fornisce soprattutto programmi di informazione politica, la sua dipendenza da essa sarà assai meno consistente. La dipendenza dai media è più alta in presenza di elevati livelli di conflitto e di cambiamento sociale. Vi sono tre tipi di effetti che sono funzione del grado di dipendenza delle audiences dai media: vi sono, anzitutto, cinque tipi di effetti cognitivi - la risoluzione di ambiguità, la formazione degli atteggiamenti, l'agenda setting, l'espansione dei sistemi di credenza, la chiarificazione dei valori; vi sono, poi, effetti affettivi - vale a dire la capacità dei media di influire su stati come la paura, l'ansia, ecc.; infine, gli effetti comportamentali - i messaggi dei media possono influire sull'attivazione/disattivazione dei comportamenti o sulla acquisizione di comportamenti nuovi. L'ipotesi della tele-dipendenza, riprendendo il modello degli “uses and gratifications”, mostra come gli individui si servano dei media per raggiungere i loro obiettivi, ma anche come, nel contempo, divengano dipendenti nei loro confronti (M. DeFleur, S. J. Ball-Rokeach, “Teorie delle Comunicazioni di Massa”, Il Mulino, Bologna, 1995).


LA TELEDIPENDENZA: DALLE ORIGINI AGLI EFFETTI (a cura della Dott.ssa Monica Monaco)
La diffusione della televisione tra gli strumenti di comunicazione di massa ha gradualmente trasformato le abitudini quotidiane di molte persone. E' entrata nelle case occupando inizialmente il tempo libero e ricevendo ben presto una promozione da bene di lusso, in possesso di pochi, a bene di largo consumo e alla portata di tutti. L'utilizzo di questo mass-media si è guadagnato un posto di primo piano tra le attività quotidiane più diffuse, uno spazio che qualche volta finisce per trasformarne l'uso in abuso da parte di chi ne usufruisce per intere giornate, lasciando poco spazio ad un atteggiamento critico di fronte ai contenuti ricevuti. La Tv, sempre più spesso, è additata come responsabile di numerose conseguenze negative sul pubblico e dell'origine di numerosi mali che affliggono la nostra attuale “società dello spettacolo”. Ciò, tuttavia, non può far dimenticare i suoi meriti e le sue capacità informative e, indubbiamente, non si può attribuire ad essa tutta la responsabilità della crescita, negli ultimi anni, del fenomeno della teledipendenza. Come ogni strumento di comunicazione, anche la televisione può essere utilizzata bene o male e può diventare oggetto da cui dipendere quando si ricercano soddisfazioni ai propri bisogni e quando, in una società come quella attuale, si assiste a gravi crisi delle istituzioni che hanno finito per delegare a questo mezzo di comunicazione compiti che non dovrebbe svolgere e per i quali la televisione non è stata progettata adeguatamente. La teledipendenza, come molte altre moderne forme di dipendenza, rappresenta infatti il prodotto dell'incontro tra alcuni moderni fattori psicosociali e determinati fattori comportamentali; i primi predispongono un terreno fertile su cui si possono sviluppare comportamenti errati che possono degenerare in diverse forme di dipendenza che, qualche volta, si ritrovano co-presenti nella stessa persona. Quando sono presenti moderne dipendenze come quella dal mezzo televisivo, infatti, si possono ritrovare anche altre forme di cosiddette “dipendenze senza sostanze” che spesso si associano ad essa, come la dipendenza da Internet o la dipendenza dallo shopping, magari di prodotti pubblicizzati attraverso la stessa Tv (Alonso-Fernandez, “Le Altre Droghe”, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 1999 ), o la dipendenza dal cellulare, dagli sms, o, peggio ancora, la porno-dipendenza, la dipendenza da immagini pornografiche. I principali fattori psico-sociali che hanno alimentato il proliferare dei comportamenti di abuso televisivo riguardano alcune trasformazioni delle funzioni sociali assolte dalla televisione, che è passata dall'essere considerata uno strumento di informazione e di intrattenimento nel tempo libero all'essere trasformata in un vero e proprio educatore di bambini e modello per gli adulti, divenendo uno “strumento umanizzato”, al punto da rappresentare una vera e propria compagnia virtuale, talvolta preferita in parte o in tutto a quella reale. In tal modo, i due propositi tradizionali della televisione, quello di “informare” e di “intrattenere”, sono stati amplificati fino al punto da giungere alla creazione di due atteggiamenti piuttosto diffusi: il primo, secondo il quale quello che è detto in televisione assume il valore di “realtà assoluta, incontestabile e inopinabile”, il secondo, per il quale si è creata un'equazione “tempo libero = uso dei mezzi di comunicazione di massa”, fra i quali la televisione ha sempre un posto in prima fila. Tutto ciò ha comportato, nella sfera individuale di numerose persone, un impoverimento di esperienze dirette di confronto con la realtà, a vantaggio del proliferare delle attività di conoscenza della realtà mediate dai mezzi di comunicazione di massa, un processo che frequentemente tende a generare la confusione tra “realtà virtuale” e “realtà concreta”. La realtà televisiva ha cominciato a produrre dei veri e propri modelli di vita che sono diventati esempi da imitare, non solo per i bambini e per gli adolescenti, sempre più spesso educati e cresciuti dalla TV-genitore, ma anche per gli adulti, sempre più conquistati dai personaggi che spiccano nelle telenovele, nei film d'azione e nei varietà. La mancanza di modelli reali ha lasciato spazio al consumo di modelli televisivi, con cui identificarsi e di cui studiare approfonditamente, per ore ed ore, gli schemi comportamentali da interiorizzare e da riprodurre (Popper K., Condry J., “Cattiva Maestra Televisione”, Reset, Milano, 1994).


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://docslide.us/documents/tele-dipendenza.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)