Test alcol e droga: aumentano le donne denunciate
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ROMA - Sotto la luna quasi piena di un weekend appena cominciato, le luci delle pattuglie dei carabinieri. Nottata di controlli. Testaccio, Trastevere, San Lorenzo, il triangolo della movida, e poi sulla Colombo per quelli che magari tornano a casa o cercano l'ultimo bicchiere sul Litorale.
«Sono ormai circa quattro anni che facciamo questi controlli - racconta il colonnello Luigi Grasso, coordinatore del Nucleo Radio Mobile di Roma, lì in piedi all'angolo della rotatoria di piazza Bottego - la nostra è prima di tutto un'opera di prevenzione, i ragazzi devono vedere e sapere che ci siamo». E infatti non sono neanche le 23, ancora in giro c'è poca gente. «Ma poi, scatta la repressione di un fenomeno purtroppo che investe sempre di più i giovani». Racconta e sa di cosa parla. Alla fine di un venerdì notte d'inizio maggio il bilancio dei suoi uomini conterà centoventicinque auto fermate, tredici persone denunciate, di cui undici per guida in stato di ebbrezza e due sotto effetto di stupefacenti, due auto sequestrate.
Nei quartieri della movida romana l'alcol scorre a ritmo di musica, sulla strada test a tappeto per misurare il tasso alcolico ed eventuali droghe. «Solo nel 2008 sono state 405 le patenti ritirate a chi si è messo al volante ubriaco o "fatto", e di questi almeno l'80% aveva tra i 25 e i 30 anni. Nei primi mesi del 2009 le denunce sono state 161, in ascesa il numero di donne denunciate». A due passi dai locali più frequentati di Testaccio, a piazza Bottego, pizzicati sette giovani, scatta la denuncia, al volante sono praticamente ubriachi - e le sole facce tradiscono il loro stato - un altro risulta positivo alla cocaina.« La cosa più assurda è che inventano le scuse più inverosimili - racconta Grasso - oppure ci provano soffiando in maniera non corretta nell'etilometro o tentando di manipolare il drug test. Li usiamo da pochi mesi, ma con ottimi risultati».
Eccolo lì un altro ragazzo, poco più che 25 anni, succhia su una specie di spugnetta, lo sguardo quasi di routina. La sua saliva viene poi fatta defluire su un vetrino dove sono segnate le diverse sostanze. Non è positivo. «Questa è un'attività fondamentale - afferma Marcello Aranci, presidente della Consulta Provinciale di Roma per la sicurezza stradale, anche lui ieri sulle strade dei controlli - queste operazione sono decise di concerto tra la Provincia, il Comune e la Prefettura per far capire ai ragazzi che la strada non ammette errori. E' fondamentale la prevenzione, entrare nelle scuole e far capire che salire in macchina ubriachi o drogati è un pericolo per se stessi e per gli altri».
La notte scorre lenta e i controlli si susseguono. Un ragazzo è positivo al pre-test alcolico ma all'etilometro fa segnare 0.22: «Ho bevuto solo un Mojito - dice preoccupato - certo che però queste leggi mi sembrano troppo rigide». Con un tasso superiore a 0,5 scatta la denuncia e il ritiro della patente, sopra 1,5 c'è il sequestro del mezzo al fine delle confisca. Alla Garbatella un ragazzo sui 25 anni fa registrare 1,7. A Testaccio un altro questa volta giovanissimo sale a 1,8. «Ragazzi, si sequestra l'auto».
A casa entrambi vanno a piedi. «Una volta - ricordano i Carabinieri - abbiamo fermato uno che aveva quasi 4, praticamente in coma etilico». Follia. E' notte fonda quando un quarantenne si ferma al posto di blocco sbraitando per una multa dei vigili: è ubriaco, barcolla, l'alito vinoso. La moglie in auto con lui è incinta di 8 mesi. L'uomo si rifiuta di sottoporsi al test, scatta la denuncia e l'ammenda e ci vuole più di un'ora per farlo calmare: «Non si rendono conto - conclude Grasso - ci insultano e aggrediscono, non capiscono che lo facciamo per il loro bene e per la sicurezza di tutti. Per fortuna c'è anche chi apprezza il nostro lavoro e ci ringrazia».