The Italian Journal on Addiction: il gioco d'azzardo patologico e il ruolo delle emozioni
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Il gioco d’azzardo patologico e il ruolo delle emozioni
In Italia, secondo un’indagine Eurispes, il gioco d’azzardo non problematico coinvolge fino al 70%-80% della popolazione adulta, mentre l’11% degli studenti italiani (15-19 anni) ha un profilo di rischio da moderato-grave per il gioco patologico (Espad). Un’indagine condotta presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova, si è proposta di quantificare la diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo patologico in una popolazione di studenti universitari (313), esaminando il ruolo dei fattori emotivi sul gioco, in particolare le emozioni provate e le strategie per gestirle. Gli atteggiamenti e le abitudini associati al gioco d’azzardo sono stati indagati attraverso la somministrazione di un questionario anonimo self-report. Il questionario ha valutato la frequenza e gravità del gioco, le emozioni provate e il ricorso a due differenti strategie di regolazione emotiva, la rivalutazione cognitiva e la soppressione espressiva. Dall’analisi dei dati emerge che la frequenza di gioco e il gioco patologico hanno prevalenze maggiori tra i maschi; complessivamente l’11,1% dei soggetti risulta a rischio, mentre il 5,5% è un giocatore problematico. Nello specifico, è a rischio il 17,9% dei maschi e il 5,4% delle femmine e risultano giocatori problematici il 10% dei maschi rispetto all’1,8% delle femmine. Il gioco d’azzardo ha, inoltre, un impatto sulla qualità della vita non solo individuale ma anche nella famiglia e tra gli amici. Infatti, il 55% degli studenti dichiara di aver sottratto del tempo al lavoro o allo studio, il 47% di avere discussioni con famigliari e amici a causa del gioco, il 45% di sentirsi in colpa rispetto alle conseguenze del gioco e infine il 41,2% dei soggetti ha risposto di avere discussioni con la famiglia o problemi con lo studio-lavoro. Inoltre, risulta significativamente associata al gioco problematico e a rischio l’emozione di orgoglio, che potrebbe spingere il giocatore a sovrastimare gli esiti positivi di un evento e ad adottare un comportamento più rischioso.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)