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The Journal of Neuroscience: effetti neurotossici dell'ecstasy sulla termoregolazione

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L'Olanda scopre gli effetti neurotossici dell'ecstasy sulla termoregolazione

Lo studio si pone l'obiettivo di spiegare il preciso meccanismo d'azione dell'ecstasy a livello cerebrale. È stata recentemente scoperta una

famiglia dei recettori per le ammine "traccia" accoppiato a una proteina G denominata trace amine receptors TA1Rs, in grado di agire da

neurotrasmettitore e modulare la neurotrasmissione della dopamina. I recettori TA1Rs sono distribuiti nel cervello e in tessuti periferici

quali i reni. Utilizzando topi geneticamente privati di TA1R (TA1-KO), gli studiosi hanno esplorato il contributo di questi recettori

strutturalmente correlati a sostanze psicoattive come la MDMA. Nei ratti wild-type (WT), l'MDMA ha suscitato una iper ed ipotermia dipendente dal tempo, dalla dose e dalla temperatura ambientale mentre nei rati TA1-KO si è manifestata solo l'ipertermia. Nonostante la medesima dose di MDMA, i ratti TA1-KO mostrano un maggiore aumento dei livelli di dopamina nello striato dorsale rispetto ai ratti WT. Una simile facilitazione dell'effetto di MDMA sulla trasmissione dopaminergica è stata riscontrata nella corteccia frontale e nel nucleo accumbens dei ratti TA1-KO, così come il potenziamento alla locomozione. Lo studio rivela che i recettori TA1Rs esercitano un'ampia e inibitoria influenza sulla trasmissione cerebrale monoaminergica non solo a livello dello striato dorsale ma anche nel nucleo accumbens e nella corteccia frontale, e non solo verso la dopamina ma anche per la serotonina. Nonostante lo studio sia stato svolto sui ratti, ha importantiripercussioni sull'uomo. L'uso ricreazionale della sostanza tra i giovani che assumono multiple dosi di ecstasy per lunghi periodi, rende indispensabile esaminare gli effetti dell'esposizione cronica della sostanza. Una prospettiva clinica di questi risultati deve tener conto dei fattori genetici, delle programmazioni genetiche e delle modulazioni comportamentali dei geni nella predisposizione individuale ai rischi dell'ecstasy.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)