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The Lancet Infectious Diseases: HIV e disturbi neurocognitivi

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I disturbi neurocognitivi e l’HIV

Per oltre 30 anni il mondo è stato sotto scacco dell’HIV. Oltre ad attaccare il sistema immunitario, il virus può entrare nel sistema nervoso periferico e centrale con effetti potenzialmente devastanti. Le molteplici complicazioni neurologiche associate all'HIV, comprese quelle causate da infezioni e patologie maligne, sono indicate con il  nome di neuroAIDS, il cui componente più importante è definito Disturbo Neurocognitivo Associato all’HIV (HAND).

Nella loro forma meno dannosa, i sintomi non si fanno notare dai pazienti  ed è per questo che la malattia viene identificata come deterioramento asintomatico neurocognitivo. HAND, infatti, altera l'attività cognitiva, compresa la memoria, l’apprendimento, l’attenzione, la capacità di problem solving e quella di prendere decisioni. I sintomi possono variare dalla confusione alla dimenticanza, dai cambiamenti comportamentali a dolori di varia natura. La domanda che molti scienziati si pongono dunque è: “Cosa occorre fare ancora per raggiungere un mondo senza AIDS?”. Nel corso della malattia HAND, il sistema nervoso centrale riconosce il danno subito ma senza una manifestazione dei sintomi, per decenni. Dopo l’infezione dei macrofagi e delle cellule microgliali, il glutammato si accumula nello spazio extracellulare provocando una neurotossicità.


La terapia antiretrovirale (ART) ha permesso, nei paesi sviluppati, una notevole riduzione della morbilità e mortalità nei pazienti con infezione da HIV. Tuttavia, non eliminando il virus, questa terapia non risulta del tutto efficace e quindi i ricercatori ritengono che vi sia la necessità di un trattamento completo. Gli obiettivi del trattamento HAND includono la completa eliminazione del virus HIV attraverso l’ottimizzazione del trattamento ART e un adeguato trattamento delle disfunzioni psichiatriche, neurologiche e neuropsicologiche associate, come ad esempio trattamenti per prevenire l’eccesso di glutammato. Data l’oggettiva difficoltà del raggiungimento di tali obiettivi, secondo i ricercatori è necessario un approccio terapeutico diversificato nonché lo sviluppo di modelli di studio predittivi delle patologie del tipo neuroAIDS.


http://www.droganews.it/news/2065/I_disturbi_neurocognitivi_e_l%E2%80%99HIV.html

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)