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The Social Science Journal: attenti alla whatsappite! Forme di dipendenza e tendiniti dietro l'angolo

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Attenti alla whatsappite! Forme di dipendenza e tendiniti dietro l'angolo


Una vera e propria mania. È quanto sta diventando Whatsapp per molti dei suoi utenti, che non riescono a smettere di chattare e controllare le risposte, arrivando a punte di 12 volte l'ora.
A lanciare l'allarme è uno studio pubblicato su The Social Science Journal da un team di scienziati dell'Università del Kuwait coordinato dal dott. Abdullah Sultan.

L'ormai popolarissimo sistema di messaggistica ha avuto un impatto talmente marcato sulle abitudini di milioni di persone da essere riuscito praticamente da solo a soppiantare i pur amatissimi Sms. Oltre la metà dei suoi utilizzatori non nasconde di sentirsi dipendente dalla chat.

I ricercatori hanno esaminato due tratti della personalità dei soggetti, l'estroversione e l'ansia sociale, indagando la frequenza di utilizzo di Whatsapp e delle altre chat cloni. Stando ai dati, oltre il 32 per cento degli intervistati (552 in tutto) ha ha ammesso di utilizzare una di queste app di instant messagging più di 12 volte l'ora. Il 53 per cento dei partecipanti, inoltre, ha confessato di sentirsi in qualche modo dipendente dallo strumento.


Le ragioni di questa dipendenza risiederebbero nell'esigenza ansiosa di ricercare contatti sociali, divertimento e informazioni.


Ma Whatsapp non rappresenta un rischio solo per il cervello, ma anche per i nostri tendini. Emblematico un caso di qualche mese fa. Incinta e costretta al lavoro la vigilia di Natale, una donna medico di 34 anni ha cominciato a spedire e a rispondere a messaggi su Whatsapp – l'ormai celebre servizio di chat – per 6 ore consecutive, praticamente il suo orario di lavoro nel reparto di emergenza di un ospedale americano.
Al mattino, la donna si è svegliata in preda a un dolore così intenso da convincerla a tornare nel suo stesso ospedale per farsi visitare dai colleghi che aveva lasciato poche ore prima. Terminati i controlli, gli ortopedici le hanno diagnosticato un'inedita patologia, la Whatsappite. La diagnosi è tanto seria da meritare la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Lancet.
Per 6 ore, la donna ha tenuto in mano uno smartphone di 130 grammi e ha mosso continuamente i due pollici per scrivere i messaggini. Nei giorni precedenti la donna non si era sottoposta ad alcuna attività fisica e nella sua storia clinica non si erano registrati traumi. L'esame obiettivo delle mani ha evidenziato un dolore in risposta alla palpazione della stiloide radiale. La radiografia è stata esclusa per via della gravidanza.

Tecnicamente si può parlare di tenosinovite, ovvero di un'infiammazione che coinvolge la guaina dei tendini dei muscoli flessori della mano provocata dalla digitazione continua di messaggi sul cellulare o anche dai videogiochi tascabili.

Ines Fernandez Guerrero, che ha descritto il caso su Lancet, spiega: “la diagnosi per il dolore bilaterale ai polsi è stata di Whatsappite. Il trattamento è consistito in farmaci antinfiammatori e astinenza totale dai messaggini, con un miglioramento solo parziale anche per il fatto che la paziente non ha seguito la prescrizione e ha scambiato di nuovo messaggi il 31 dicembre"

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.italiasalute.it/12756/pag2/Attenti-alla-whatsappite!.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)