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Tobacco Control: fumo passivo in macchina, uno studio rivela i danni alla salute

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Fumo passivo in macchina, uno studio rivela i danni alla salute

Questo studio si propone di analizzare il livello di polveri sottili nel caso di fumo passivo in macchina, le concentrazioni di particolato fine (PM) nelle macchine dove vi sono fumatori sono alte e superano di molto i valori della qualità dell’aria in ambienti chiusi stabili dall’OMS. Il particolato PM2.5 (< 25 µg/m3) è stato utilizzato come marcatore di fumo passivo e lo studio è stato condotto in due posizioni: autunno 2010 nella parte ovest della Scozia; primavera 2011 nella parte orientale dell’Inghilterra. I partecipanti sono stati reclutati da un campione preso dai contatti locali delle squadre di controllo del tabacco ed è stato chiesto loro di non alterare l’usuale comportamento nei giorni in cui è stato posto all’interno del veicolo un particolare dispositivo di misurazione del PM. 17 guidatori hanno partecipato di cui 14 fumatori e 3 non fumatori con un’età media di 48 anni. Lo studio ha coinvolto 104 viaggi nelle due aree, il dispositivo ha registrato dati analizzabili in 83 di questi (49 fumatori e 34 non fumatori). La concentrazione di PM ha superato i livelli dell’OMS per ambienti chiusi in 3 dei viaggi con non fumatori, mentre ciò  si è verificato in tutti i viaggi con fumatori mediamente per il 53% del tempo, nonostante la ventilazione o l’apertura dei finestrini. Le concentrazioni di PM2.5 sono una componente chiave dei livelli di fumo passivo durante viaggi in auto, la media aritmetica risulta pari a 85 µg/m3, più di tre volte quello stabilito dall’OMS (25 µg/m3). Vi è inoltre una forte relazione tra la concentrazione di PM e il numero di sigarette fumate al minuto. In tale studio, la maggior parte dei viaggi con fumatori sembra coinvolgere un periodo di condizioni di elevbate ventilazione dell’aria, nonostante ciò l’intensità di esposizione durante viaggi in auto è rimasta considerevole.  Questi livelli di PM sono dannosi per la salute delle vie respiratorie,  sarebbe quindi necessario adottare  misure volte a eliminare o ridurre tale esposizione sia in termini di responsabilità individuale e sia attraverso una legislazione mirata alla tutela della salute pubblica.



(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)