Torino: osservazioni sul trattamento delle dipendenze
Torino: osservazioni sul trattamento delle dipendenze
Le patologie delle dipendenze, con particolare riferimento al consumo/abuso di sostanze psicoattive sono una dolorosa, antica
ed universalmente diffusa realtà. Ma quale è la situazione nella città di Torino, quante e quali sono le strutture, pubbliche
o convenzionate, che svolgono attività di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone interessate? Nuovasocietà ha
intrapreso, con l'inchiesta "Radiografia di una città", un difficile viaggio nel caleidoscopico universo del disagio
metropolitano, prendendo contatto con i servizi e le varie strutture esistenti nel territorio cittadino e nelle aree
limitrofe.
Servizi pubblici che si occupano di problematiche legate alle dipendenze, sia di sostanze illegali (hashish, ecstasy,
cocaina, eroina), sia legali (alcool, tabacco, psicofarmaci), sia di comportamenti compulsivi (gioco d'azzardo), sono i
dipartimenti di patologie delle dipendenze ai quali appartengono i Ser.T. (servizi tossicodipendenze). Sono strutture
gratuite, offrono accoglienza ed assistenza alle persone interessate dal problema ed ai loro familiari, stabilendo adeguati
programmi di disassuefazione e riabilitazione attraverso interventi farmacologici e psicoterapeutici, con la possibilità di
inserimento in comunità terapeutiche o la creazione di percorsi lavorativi e abitativi di capitale importanza nella delicata
fase del reinserimento sociale. Altro compito è quello della cura e del contenimento delle patologie organiche e psichiche
legate al comportamento tossicomanico.
I Ser.T. torinesi sono 10, i loro bacini di utenza praticamente coincidono con le circoscrizioni. In più esiste il Ser.T.
penitenziario interno al carcere "Lorusso e Cotugno" delle Vallette, dipendente dal servizio di assistenza detenuti. Tali
servizi appartengono alle aziende sanitarie locali (ASL1 e ASL2). Progetti particolari di bassa soglia, messi in atto dai
Ser:T. nell'ottica della riduzione del danno e dell'outreach, sono l'unità mobile CanGo e il centro di pronta accoglienza
Drop.in presso l'ospedale Amedeo di Savoia in corso Svizzera, specializzati nell'ascolto, sostegno e orientamento,
nell'informazione e prevenzione delle patologie infettive, con distribuzione di materiale sterile, e nell'educazione ad un
consumo consapevole ed un livello controllato dei rischi legati all'uso di sostanze per via iniettiva.
Ai Ser.T. sono legati i centri di alcologia e di terapie per tabagisti e giocatori d'azzardo compulsivi. Medici, psicologi,
educatori professionali, infermieri, assistenti sociali costituiscono il personale dei Ser.T., ed operano spesso in
collegamento con i colleghi dei Centri crisi, comunità terapeutiche e case alloggio per l'inserimento e presa in carico dei
pazienti presso queste strutture residenziali, seguendone poi il percorso.
Da segnalare sono l'ambulatorio di pronta assistenza sanitaria per tossicodipendenti Pr.Assi (ASLTO2), adiacente al Drop-in,
e la distribuzione, presso appositi centri ospedalieri e su prescrizione dei medici dei Ser.T., di metadone per la
disassuefazione dalla dipendenza da oppiacei.
Oltre 800 donne e 4700 uomini sono gli utenti seguiti negli ambulatori dei Ser.T., ma in città esistono anche strutture
specializzate nella prevenzione e cura per soggetti interessati da patologie da dipendenza legate alle sostanze di cosiddetta
"nuova diffusione" (cocaina, crack, ecstasy, anfetamine, lsd) come O.N.D.A. (ASL1) di via Farinelli 40/1 e Recreational Drug
(ASL1) di via Nomis di Cossilla 2/A, attiva per informazione e formazione anche on-line (http://www.recreationaldrug.it).
Omologo di questo servizio è "WebcoCare" (ASL2), in via Artisti 24 (http://www.webcocare.it), per informazioni, diagnosi e
cura della dipendenza da cocaina.
A Grugliasco sorge l'Osservatorio Epidemiologico della Regione Piemonte, OED, strumento di conoscenza epidemiologica delle
dipendenze patologiche e centro di formazione per operatori del settore a livello nazionale. In collegamento con i Ser.T. ed
O.N.D.A. opera, presso la Prefettura cittadina, il N.O.T. (Nucleo Operativo Tossicodipendenze), composto da personale
specializzato.
In città e nell'area circostante sono presenti varie strutture residenziali. L'accesso alle comunità avviene a seguito di un
programma terapeutico effettuato presso i Ser.T. Gli operatori del Ser.T,. qualora lo ritengano opportuno, in accordo con il
paziente, si metteranno in contatto con la comunità terapeutica prescelta ed avvieranno la pratica relativa all'inserimento
dell'assistito presso la stessa, definendo gli obiettivi, fornendo gli esiti dei vari esami diagnostici effettuati, seguendo
il percorso di recupero e di reinserimento ed anche le fasi amministrative. Il finanziamento, tramite le ASL, è erogato dalle
Regioni. In Piemonte, come altrove, esiste un Albo dei cosiddetti enti ausiliari, cioè quelle strutture residenziali
considerate terapeutiche presso le quali vengono inseriti i soggetti interessati, e che devono rispondere a precisi
requisiti. Strutture non iscritte a questo albo non sono convenzionate, il loro finanziamento è privato e l'accesso a queste
è regolato autonomamente.
Esistono vari tipi di programmi terapeutici seguiti dai diversi gruppi comunitari presenti sul territorio torinese ed aree
limitrofe. I Ser.T. cittadini tuttavia si possono avvalere anche di strutture site oltre i confini della provincia e della
regione stessa, così come le ASL di tutto il territorio nazionale possono inviare i propri pazienti nelle strutture
piemontesi: la condizione è che la comunità sia iscritta ai vari albi regionali degli enti ausiliari, come già spiegato.
Nelle équipes delle strutture residenziali operano medici, psicologi, educatori professionali, infermieri ecc.; nel corso
degli anni aggiornamenti normativi, legati all'iscrizone all'albo di cui sopra, hanno regolato la presenza delle varie figure
professionali, evitando il costituirsi di staff raccogliticci, guidati da persone senza reali competenze, spesso causa di
fallimento dei programmi terapeutici.
La città di Torino, grazie anche allo storico Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, si pone nel panorama nazionale come un'area
di eccellenza. Oltre alle comunità terapeutiche propriamente dette esistono in città i Centri Crisi, caratterizzati da
programmi con un termine più breve (3-6 mesi): percorso pre-comunitario o ispirato alla filosofia della riduzione del danno,
offrono la possibilità di disintossicazione e disassuefazione, favorendo in ambiente controllato da personale specializzato
il superamento della crisi di astinenza da oppiacei ed anche cure mirate relative al consumo/abuso di altre sostanze, alcol
compreso. La funzione di tali strutture può essere quella di offrire una tregua alle persone afflitte dal problema della
tossicomania, una risposta rapida ad una situazione critica altrimenti ingestibile, un irrinunciabile lavoro teso a
scongiurare l'irreversibile precipitare delle condizioni di vita del paziente. In alcuni casi, previo consenso del soggetto,
è possibile l'invio in comunità per il proseguimento del cammino di crescita personale in un più vasto ed articolato progetto
di recupero e reinserimento sociale. Nella molteplicità delle strutture, dei programmi e delle filosofie alle quali si
ispirano, Torino era e resta un centro pilota nella prevenzione, cura e, seppur con sempre maggiori difficoltà,
reinserimento. Insieme agli interventi per l'abbassamento del livello di rischio e la riduzione del danno, la nostra città è
in prima linea nello studio epidemiologico e nella ricerca di risposte all'abuso di sostanze. Il resto dipenderà dall'impegno
civile ed umano di tutti noi cittadini.