Torino: ucciso per sbaglio dall'amico ubriaco
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Angiolo Boldrini, 62 anni, è deceduto dopo un delicato intervento all'ospedale Martini a causa di una ferita da arma da fuoco
Un uomo di 62 anni, Angiolo Boldrini, titolare di un bar di via Frejus a Torino, è stato ucciso questa notte con un colpo di fucile all'interno del suo locale. Per l'episodio i carabinieri hanno fermato un italiano di 54 anni, Biagio Aliberti, amico della vittima, ma sono ancora da chiarire sia il movente, sia la dinamica del delitto che potrebbe essere anche stato accidentale.
Secondo una prima ricostruzione, ieri sera sul tardi, un avventore extracomunitario, probabilmente ubriaco, avrebbe creato confusione ed infastidito gli altri clienti, nonchè il barista. A questo punto, Aliberti, per aiutare l'amico, avrebbe imbracciato un fucile con l'intenzione di spaventare l'uomo di colore ed indurlo ad andarsene. Ne sarebbe seguita una violenta lite, durante la quale un colpo di fucile potrebbe essere partito accidentalmente.
Dopo essere stato colpito, intorno all'una di notte, il barista è stato trasportato all'ospedale Martini dove è deceduto questa mattina intorno alle sette. Sul suo corpo non c'erano invece ferite da coltello, come era sembrato in un primo momento.
I carabinieri hanno arrestato Aliberti già durante la notte. L'hanno trovato che vagava in zona in evidente stato di choc.
Boldrini lascia la moglie, una figlia sposata e un nipotino nato da poco.
Poco dopo che si è sparsa la notizia del decesso dell'uomo, un mazzo di fiori è stato posto davanti all'esercizio dai condomini del palazzo. E da quel momento tutti i conoscenti che sono passati sul luogo hanno chiesto che cosa fosse successo. E quando hanno appreso che «Angelo», così lo chiamavano tutti, non c'era più, sono rimasti increduli: «Qui lo conoscono tutti benissimo, lui e la moglie hanno rilevato questo bar oltre 30 anni fa - raccontano alcune persone - Prima, invece, avevano gestito una pizzeria in borgata Santa Rita. In tanti anni non abbiamo mai visto una discussione, mai un problema».