Toscana: alcol e mix di droghe per feste sempre più clandestine
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Alcol e mix di droghe per feste sempre più clandestine
VECCHIE cave, discariche abbandonate, casolari semidiroccati, colline isolate. La migrazione dei rave party verso luoghi
sempre più appartati e fuori da ogni controllo rappresenta l'ultima fase dell'involuzione di un fenomeno che negli anni
Ottanta era nato come un movimento all'insegna del divertimento, della libertà, anche se sempre contrassegnato dal consumo di
superalcolici e di droghe sintetiche.
Musica techno dal ritmo ossessivo sparata a tutto volume da mastodontici impianti di amplificazione, alcol di ogni tipo e
genere e un vasto catalogo di droghe (lsd, ketamina, Mdma, ma anche eroina e cocaina): questo il mix di ingredienti dei rave
party che da megafeste dello sballo, tollerate in quanto fenomeno di costume di un'epoca ormai tramontata, si sono
trasformate con il tempo in un business per organizzatori e spacciatori. Anche per questo, con il passare degli anni, il tam
-tam messo in piedi per organizzare questi raduni si è fatto sempre più sofisticato e clandestino visto che ormai la Toscana
è vietata ai rave. Non più manifestini dall'iconografia singolare, bigliettini cosparsi nei punti strategici e annunci via
internet; adesso gli inviti passano attraverso catene di mail tra gli irriducibili dello sballo per aggirare i controlli e
mettere in piedi queste feste a sorpresa che sono diventate sempre più rischiose.
Non a caso, negli ultimi tre anni, due giovani toscani hanno perso la vita a causa dell'alcol e delle droghe ingerite.
Eleonora, appena vent'anni, nel settembre del 2008 ebbe un malore fatale nella campagna di Sovicille, nel Senese, dove si era
recata insieme alla sorella per partecipare a un rave. Stesso destino per Francesco, 17enne di Molazzana, stroncato, meno di
un anno fa, da un cocktail fatale ingerito la notte di Halloween nel corso di un rave in un centro sociale di Milano.
Per qualche tempo, la linea delle forze dell'ordine toscane è stata quella di permettere i rave party anche per poter
controllare la situazione, soprattutto dal punto di vista sanitario, in modo da poter garantire un intervento immediato. Ma
con il tempo il fenomeno è diventato sempre più ingestibile e adesso tra polizia e carabinieri da una parte e organizzatori
dei rave dall'altra si è scatenata una sorta di partita a scacchi, con i secondi che tentano di organizzare raduni a sorpresa
in luoghi sempre più isolati e i primi impegnati in un'attività da «controspionaggio» per bloccare le feste clandestine.
Negli ultimi due anni sono molti i rave party bloccati dalle forze dell'ordine in Toscana, con operazioni che quasi sempre si
sono concluse con la denuncia degli organizzatori e l'arresto di diversi spacciatori colti in flagrante. Come a Vaglia, in
Mugello, ad esempio, teatro di una delle prime operazioni in grande stile, con il controllo e l'identificazione di circa
mille partecipanti a un raduno illegale. Sempre in Mugello, a Valnera, un altro rave è stato bloccato l'estate scorsa, mentre
nell'aprile dell'anno scorso la questura di Firenze mise in allerta tutti i Comuni della Provincia, istituendo numerosi posti
di blocco a scopo preventivo. Ma è la Toscana meridionale e costiera lo scenario scelto con sempre maggiore frequenza per i
rave illegali: a Rosignano ne sono stati bloccati due, a Ginepraio e a Poggio Pelato, un altro a Massa Marittima, al
Romitorio, e l'ultimo a Manciano, alla discarica del Tafone.
C.B.