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Toscana: boom del consumo di antidepressivi

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Record di pillole contro l'infelicità i toscani ne prendono più di tutti

La Toscana è la regione degli antidepressivi, in nessun'altra realtà italiana questi farmaci vengono usati quanto da noi. Ogni giorno circa

55 persone ogni mille prendono una pasticca, contro una media italiana di 35. Nel 2010 a ben 377mila cittadini (il 10% degli abitanti) è

stato prescritto un medicinale di questa famiglia. Anche gli ansiolitici, una categoria di farmaci che non viene passata dal sistema

sanitario, sono molto utilizzati, li assumono circa 58 persone ogni mille.
Siamo più malati degli altri o veniamo curati di più e meglio? Da tempo in Regione si fanno queste domande, a cui non è facile rispondere

anche con i dati in mano. Di certo una quota di inappropriatezza, cioè di utilizzo senza che il farmaco sia necessario, c'è. Stando ai dati

dell'assessorato, circa il 28% delle persone a cui vengono
prescritti gli antidepressivi ne comprano o una o due confezioni in un anno. Significa che la terapia è stata interrotta all'inizio e quindi

o non serviva o era sbagliata. Sono le donne le principali consumatrici di questi farmaci: dai 20 ai 74 anni ne prendono il doppio degli

uomini, dopo la differenza si assottiglia. Spiega così questo aspetto Sandro Domenichetti, che dirige la psichiatria fiorentina della Asl:

«Si sentono meno stigmatizzate se prendono un antidepressivo. Esiste un concetto sbagliato per cui la depressione è un segno di debolezza e le donne accettano più di buon grado di scoprire questo loro lato».
Per farsi un'idea della curva di consumo, il 5% delle persone tra i 30 e i 34 anni (6,4% delle donne e 3,7 degli uomini) ha avuto la

prescrizione di un antidepressivo nel 2010, numeri che salgono al 14,1% (18,4 per le donne e 9,1 per gli uomini) nella fascia di età 6569 e

addirittura al 32% dopo gli 85 anni.
Neanche per gli esperti è facile spiegare i numeri. «Non si può interpretare in modo univoco questo consumo. Spesso però dati così alti

riflettono la qualità dei servizi e l'accessibilità alle cure. La popolazione toscana è informata sui servizi, che sono buoni», spiega Andrea

Fagiolini, docente di psichiatria a Siena. Qualcosa da correggere però ci sarebbe. «Il consumo dei farmaci potrebbe essere ridotto puntando

maggiormente sulla psicoterapia, a cui in Toscana non si accede facilmente».
L'80% delle prescrizioni dei farmaci per disturbi ansiosodepressivi sono fatte dai medici di famiglia, che sono stati accusati di usare

troppo questi medicinali. In realtà molto spesso si limitano a trascrivere sulla ricetta rossa le indicazioni dello specialista. Anche questa

lettura non sembra dire tutto sul fenomeno. Lo stesso Giovan Battista Cassano, forse lo psichiatra più noto in Italia che nella sua clinica

di Pisa vede pazienti di ogni regione, non punta più il dito sui medici di famiglia come faceva una volta. Del resto lui stesso, che ha dato

vita ad una importante scuola di psichiatria è stato indicato tra i "responsabili" di questo alto consumo di antidepressivi. «I nostri dati

sono buoni spiega Cassano Non dobbiamo guardare al resto d'Italia ma ai paesi europei più evoluti e agli Usa, che hanno numeri più alti dei

nostri. E poi gli antidepressivi non si usano solo per la depressione tout court ma in vari campi psichiatria, dalle condotte alimentari al

panico a forme ossessive. La Toscana nel campo delle malattie mentali ha fatto un salto in avanti. Infatti abbiamo il tasso più basso di

suicidi. E' giusto usare più antidepressivi e meno benzodiazepine (gli ansiolitici, ndr) che possono dare dipendenza e i nostri medici di

famiglia lo sanno. Per questo prescrivono più spesso i primi».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)