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Toscana: la nuova moda, cocaina insieme all'alcol

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La nuova moda: cocaina insieme all'alcol
Quasi 15mila utenti in cura, con un costante incremento negli anni e un afflusso di quasi trecento nuovi pazienti al mese. La radiografia

degli utenti dei Sert toscani fa impressione, visto che in vent'anni sono raddoppiati, ma non rappresenta che una fotografia molto

approssimata per difetto del mondo della dipendenza. L'incidenza percentuale più forte di utenti dei Sert, pari all'1,2% della popolazione

compresa tra 15 e 64 anni, è in provincia di Pisa, seguita da Massa e Livorno. Aumentano i soggetti a rischio, si ingrossano le leve dei

giovanissimi, ma soprattutto cambia la tipologia dei tossicodipendenti e il modo di consumare alcol e droghe. «E' in leggero aumento - spiega

Paola Trotta, direttore del dipartimento delle dipendenze dell'Asl di Firenze - il numero dei giovanissimi che si avvicinano alle nostre

strutture o che vengono convinti dalle famiglie a mettersi in cura, ma abbiamo anche diversi ultrasessantenni nei nostri centri».
A determinare l'impennata delle dipendenze è soprattutto l'alcol e, tra le sostanze illegali, la cocaina. «Un terzo dei nostri utenti -

aggiunge Paola Trotta - sono alle prese con problemi di alcolismo, mentre nel campo delle droghe la parte del leone la fa l'eroina, anche

perché un eroinomane in genere rimane in trattamento nelle nostre strutture molto più a lungo di un altro utente». Una statistica dell'

Agenzia regionale di sanità indica che la sostanza primaria che viene più utilizzata resta l'eroina con il 77% dei casi, seguita dalla

cocaina con l'11 e dalla cannabis con il 9, mentre ecstasy, altre anfetamine e allucinogeni hanno un'incidenza ancora trascurabile. Queste

proporzioni, però non rispecchiano la realtà del mondo della droga: se per i consumatori di eroina si stima che uno su tre sia in cura, nel

caso della cocaina questa proporzione scende considerevolmente, anche sotto il rapporto di uno a dieci. Come sostanza secondaria, invece, è molto diffuso l'uso dei cannabinoidi (33,8%) e della cocaina (26), anche se una fetta importante di tossicodipendenti utilizza anche l'alcol. «In questi anni - spiega Trotta - è cambiato molto il modo di assumere le droghe e adesso si deve parlare soprattutto di poliuso e polidipendenza. Sempre più spesso, infatti, si usano più sostanze contemporaneamente e si diventa dipendenti anche senza che ciò sia percepibile facilmente dall'esterno». Si privilegia sempre più spesso l'uso di sostanze eccitanti, come cocaina o anfetamine, insieme a sostanze sedative, come alcol o cannabis, anche se, spiegano gli esperti, gli effetti di questi cocktail possono essere devastanti, come nel caso del mix cocaina-alcol: «L'alcol - aggiunge - viene utilizato per ridurre l'eccesso di tensione provocato dalla cocaina, ma non ci si rende conto che nell'organismo si produce una sostanza, il cocaetilene, che ha effetti estremamente dannosi per il fegato».
Nel caso dei giovanissimi, l'alcol ha ormai soppiantato la cannabis come sostanza di ingresso nel mondo delle dipendenze. Birre e superalcolici costano meno, sono più facilmente reperibili e, soprattutto, sono ritenute più «trasgressive» rispetto ai cannabinoidi che anche dagli adolescenti vengono considerati alla stregua di droga da ragazzini. «Il ricorso all'alcol - conclude Paola Trotta - è in forte aumento anche perché la soglia di attenzione e di allarme delle famiglie è molto bassa. Se un adolescente si ubriaca, la famiglia reagisce in genere in maniera più blanda rispetto a quanto può accadere se il ragazzo viene sorpreso a usare droga. L'altro fattore che ne favorisce l' espansione dell'uso riguarda la diffusione di modelli culturali anglosassoni che hanno contibuito a affermare l'uso della sbronza del venerdì sera». - Carlo Batoli