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Toscana: Regione e Asl rafforzano le attività di prevenzione

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Gioco d'azzardo e alcol, Regione e Asl rafforzano le attività di prevenzione e cura

Un tempo quando si parlava di dipendenze si pensava esclusivamente alle sostanze stupefacenti. Un problema ancora presente, ma che negli anni è stato affiancato e superato da altre dipendenze, come quelle dell'alcool e del gioco d'azzardo.
"Sono in crescita i comportamenti di dipendenza, con tutti i rischi connessi, sia per le persone che ne soffrono che per i loro familiari e

per quanti vivono loro vicini - dice l'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - Le dipendenze da alcol e dal gioco d'azzardo

sono molto indicative in questo senso. Come Regione stiamo compiendo uno sforzo rilevante per limitare, e prima di tutto prevenire, questi

comportamenti, offrendo a chi ne è vittima tutti gli strumenti per uscirne".
La Regione ha deciso un nuovo finanziamento finalizzato a progetti specifici contro le dipendenze da alcool e gioco d'azzardo: 300.000 euro,

ventimila dei quali destinati alla Asl di Arezzo, che su questa materia ha sempre sviluppato una attività di grande qualità e con riscontri

oggettivi di successo.
L'Europa è il continente con il più alto consumo pro capite di alcol nel mondo, un primato che rappresenta il terzo fattore di rischio per la

salute, responsabile di 195.000 morti ogni anno e causa di mortalità prematura per il 12% dei maschi e 2% delle femmine. La stima del costo

economico dei danni dovuti all'alcol per l'UE è di 125 miliardi di euro per anno.
Per quanto riguarda l'Italia, il report dell'ISTAT relativo ai dati 2010 evidenzia che il 26,3% della popolazione (14 milioni 126 mila

persone) beve alcolici quotidianamente, mentre il 38,4% ha consumato alcol almeno una volta fuori dai pasti. La popolazione più a rischio di

consumo non moderato è quella anziana: si tratta di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più (il 43,5% dei maschi e il 10,6% delle

femmine). La popolazione più a rischio di "binge drinking" è quella giovanile (18-24 anni): si tratta di 698 mila persone (il 16,6% dei

giovani) con un rapporto tra maschi e femmine pari a tre.
La Toscana risulta essere una delle regioni nelle quali si beve di più, preceduta solo dal Molise e dalla Basilicata per i maschi, e dalla

Liguria e l'Umbria per le femmine. In termini di sanità pubblica la quota di popolazione definita "a rischio", costituisce il 12,7% dei

maschi e il 12,1% delle femmine rispetto al 9% dei maschi e al 7,3% delle femmine in Italia. Questa quota, in Toscana, è superiore alla media

italiana per ogni età, eccetto che per le femmine tra i 40 e i 49 anni. Sarebbero così quasi 400.000 le persone che bevono a rischio in

Toscana. Nel 2010 in Toscana, gli alcolisti in carico ai servizi pubblici (Sert/équipe alcologiche) sono stati 5.000.
Nell'ultimo anno gli utenti in carico al Dipartimento delle Dipendenze di Arezzo a causa di problemi alcol-correlati risultano

complessivamente 642 di cui 151 (maschi 110; femmine 41) nuovi utenti dell'anno 2009. Anche in questo settore di attività si è registrato un

incremento sia rispetto al totale degli utenti in carico sia rispetto alla nuova utenza. La maggior parte dei pazienti ha un'età compresa tra

i 40 e i 49 anni.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)